Catanzaro, Giulio Corso arriva a teatro: l'intervista ripercorrendo i suoi trascorsi in Calabria

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Giulio Corso

Da Squadra antimafia ai film su Borsellino e Chinnici, dal Commissario Montalbano al Paradiso delle Signore: il noto attore sabato al Comunale di Catanzaro

  02 febbraio 2023 17:21

di FILIPPO COPPOLETTA

Un avvincente dramma giudiziario, forse il più importante venuto fuori dalla straordinaria penna di Agatha Christie. È "Testimone d'accusa" lo spettacolo teatrale che andrà in scena domani al teatro Grandinetti di Lamezia Terme e questo sabato, 4 febbraio, al Teatro Comunale di Catanzaro nell'ambito della stagione promossa da Ama Calabria. 

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Un'opera straordinaria, un giallo che terrà il pubblico con il fiato sospeso e catapulterà gli spettatori in una storia controversa, ricca di colpi di scena, che culminerà naturalmente con un verdetto finale. La regia è firmata da Geppy Gleijeses, mentre sul palco vestiranno i panni di protagonisti gli attori Vanessa Gravina, nel ruolo della testimone Romaine Heilger e Giulio Corso, che sarà Leonard Vole, marito di Romaine, accusato di omicidio. 

Come ormai di nostra consuetudine, abbiamo raggiunto uno dei protagonisti dello spettacolo per scoprire qualcosa in più in vista dell'appuntamento a teatro. Interessante è stato, allora, scoprire il forte legame di Giulio Corso con il suo Leonard, un personaggio che si avvicina molto ai suoi trascorsi sul set. Ma un legame ancora più forte, il noto attore Corso, pare lo abbiamo proprio con la terra di Calabria.

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Come ha trovato il suo personaggio, cosa maggiormente l'ha colpita di questa interpretazione? «Portiamo in scena un grandissimo dramma giudiziario. I nostri personaggi si misurano con l’essere messi sul banco d’accusa e, nello specifico, Leonard viene accusato di omicidio in un momento in cui vige ancora la pena capitale. Mi sono allora chiesto: dal momento in cui la posta in gioco è la vita, quanto ci tiene quest'uomo a dichiararsi innocente? Per me è stato uno stile molto interessante: un ruolo che ha una grande doppiezza, un personaggio con estrema umanità, gentile, affabile, adorabile. Ma è un ragazzo che nasconde anche un segreto. Tutte caratteristiche che mi incuriosivano, scenari dove nulla è dato per scontato».

Al suo fianco artisti come Vanessa Gravina ma anche il grande attore e regista Geppy Gleijeses, come è stato lavorare con loro? «Vanessa è una compagna di scena, davvero straordinaria, generosa, sincera, un’attrice che, nonostante la sua fama la preceda, si è sempre dimostrata molto umile con me, molto disponibile al confronto. Una donna meravigliosa. Geppy Gleijeses, poi, è stata una grande scoperta in quanto lo conoscevo bene come attore ma non come regista».

Il tema giudiziario lo ritroviamo spesso nel corso della sua carriera, penso a Squadra antimafia, ai film sui giudici Borsellino e Chinnici ma anche al Commissario Montalbano. È un tema che la affascina? Pensa che il suo volto si sia legato a questa tipologie di trame? «Come ti dicevo, a me piacciono le cose che non sono scontate, dove c’è una doppia ambiguità. A dispetto della mia apparenza - mi dicono essere quella di un bravo ragazzo - mi piace comunicare anche un lato segreto di me e questa cosa mi ha sempre divertito molto. Credo poi ci sia un destino per ogni attore ed il mio forse è quello di interpretare questa tipologia di ruoli. Devo però ammettere che mi piacciono molto le commedie amorose ma quelle che faccio sicuramente non mi annoiano».

Le sue origini sono palermitane. Volendoci ricollegare ad un argomento di grande attualità ma anche con molti film basati sulla criminalità, come ha accolto la notizia della cattura di Messina Denaro?«Sono certamente felice. La reputo l’ennesima battaglia vinta dalla nostra magistratura ma non è finita la guerra alla mafia. La cattura di Messina Denaro è un segnale importante per il nostro Paese e per la mia terra che ho sempre vissuto avvertendo un forte desiderio di giustizia, una Palermo onesta e corretta, amante della verità. Questo è un nuovo passo verso un futuro più luminoso ma la lotta alle mafie non finisce oggi».

Dopo anni di cinema e televisione, nel 2021 sbarca anche su Netflix. Come identifica questo cambio di passo nella visione di film e serie? «Credo che ognuno possa fare ciò che gli pare: se si ha piacere a guardare un film sullo smartphone, perché no? C’è chi conduce una vita tale che non gli permette di guardare la tv ad un determinato orario e l’unico modo è proprio attraverso il cellulare. La tecnologia non viene solo per nuocere. Personalmente amo il grande schermo: uscire di casa, raggiungere il cinema, guardare un film in sala con tanta gente in compagnia della propria ragazza, di un amico, di un familiare. Nell’uso delle piattaforme c’è una funzione un po’ passiva: si sceglie ma non si è poi così liberi di scegliere cosa guardare. Tutto ciò - ribadisco ancora - nulla toglie alla scelta di ognuno di guardare un film nel modo in cui lo appaga maggiormente».

Lei è un artista del Sud. Dei suoi "vicini di casa", di questa Calabria in cui tra poco si esibirà, cosa ama di più? Ha qualche ricordo particolare in questa terra?«Certo che sì, sono un grande fan di questa terra: un posto meraviglioso che ho frequentato e continuo a frequentare. Ho tanti ricordi legati a questa regione, ad esempio, quando da piccolo facevo il campo scuola in Sila. Ero totalmente innamorato di quel posto, vivevo l’intero anno nell’attesa di quel momento. Ricordo anche quando ci inoltravamo nei boschi con mio padre alla ricerca dei funghi o ancora quando ho visto per la prima volta la neve che per un palermitano è davvero cosa sconosciuta. Continuo comunque ad avere un forte legame con questa terra per i tanti amici che ho tra Catanzaro e Cosenza».

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