









Nella Biblioteca Comunale la presentazione del volume di Giuseppe Caridi diventa un viaggio dentro le radici profonde della Calabria e delle sue narrazioni, sospese tra rigore storiografico e visioni che ancora interrogano il presente.
04 dicembre 2025 19:04di GUGLIELMO SCOPELLITI
Si è tenuta alle 17 presso la Biblioteca Comunale De Nobili la conferenza stampa di presentazione di "Storia della Calabria. Dall’Unità del Sud all’Unità d’Italia" di Giuseppe Caridi.
Il contesto offerto dal “Patto per la lettura”, sottoscritto nel 2024 da quarantaquattro realtà del territorio, ha fornito la cornice ideale a un appuntamento costruito attorno alla volontà di condividere strumenti culturali comuni. Dopo l’introduzione di Salvatore Bullotta, storico e capo di gabinetto del Comune, la presentazione si è articolata come una trama di osservazioni che hanno evidenziato la portata del lavoro di Caridi, autore di numerose monografie e figura di riferimento nella ricerca storiografica calabrese.
Bullotta ha aperto la discussione definendo il volume "un testo destinato a restare come riferimento negli studi storici sulla Calabria", specificando che offre "una lettura di altissimo spettro su quasi mille anni di storia della nostra regione", mentre ripercorre "le cause che hanno determinato i progressi storici della nostra terra tenendo conto delle sue differenze e delle sue continuità".
L’assessore alla Cultura Donatella Monteverdi ha inserito il volume in un momento in cui l’elaborazione storica diventa strumento essenziale per comprendere la fase attuale, spiegando che "avere uno sguardo verso la storia è essenziale in un momento complesso come quello che stiamo vivendo".
Il contributo di Antonio Cavallaro, responsabile comunicazione di Rubbettino, ha ricordato che oggi "non è semplice trovare uno storico disposto a misurarsi con quasi mille anni di storia", ma Caridi ha accettato la sfida e ha trasformato il progetto in un’opera rigorosa e leggibile. Ha aggiunto che il libro "smonta alcuni luoghi comuni", citando in particolare il trattamento della figura di Federico II e sottolineando come Caridi riesca a offrire un approccio scientifico che rimane però accessibile anche a un pubblico non specialistico.
Alfredo Focà, deputato di Storia Patria, ha definito l’opera "gratificante per la ricchezza dei documenti e per l’estensione dell’argomentazione", introducendo poi uno spunto sul rapporto tra identità locale e letture storiografiche: secondo Focà, il volume evita tanto i resoconti parziali quanto le ricostruzioni indulgenti, offrendo al lettore la possibilità di arrivare autonomamente alle proprie conclusioni.
Giuseppe Caridi, originario di Reggio Calabria, è professore ordinario di storia moderna all’Università di Messina e insegna inoltre storia dell’Europa nella Scuola superiore per mediatori linguistici di Reggio Calabria.
L’autore ricorda gli inviti ricevuti decenni fa dal presidente Blasco del Circolo L’Unione, le conferenze che si concludevano sempre con una cena, il giorno in cui portò a Catanzaro il principe Fulco Ruffo di Calabria con la consorte Melba Ruffo, "e al principe Fulco fu conferita su mia proposta la cittadinanza onoraria di Catanzaro". Aggiunge perfino una battuta, "certo non posso rimanere contento di quando con la Reggina abbiamo perso a Catanzaro, ma questo è un altro episodio".
Caridi individua nella sua produzione una linea comune: scegliere personaggi nati o formati nel Mezzogiorno e osservare come abbiano inciso sulla scena europea. Carlo III diventato re di Spagna, San Francesco di Paola fondatore di un ordine diffuso tra Francia, Spagna, Boemia e Germania, Alfonso il Magnanimo che, da sovrano aragonese, fece di Napoli la sua capitale definitiva.
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