di IACOPO PARISI
Una serata densa di emozioni e riflessioni quella andata in scena al Museo MARCA di Catanzaro, dove venerdì 13 giugno è stato presentato il catalogo "Alessandro Russo. Opere 1990–2025", in occasione della mostra antologica dedicata al pittore calabrese, curata da Marco Meneguzzo. L’evento, coordinato dal giornalista professionista Luigi Stanizzi, ha raccolto un pubblico numeroso e partecipe, composto da artisti, studenti, critici, collezionisti e rappresentanti delle istituzioni.
Il volume, edito da Dario Cimorelli Editore, racconta trentacinque anni di attività attraverso un percorso visivo e critico di oltre 100 opere, e si configura come un autentico mid-career book, testimonianza di una carriera coerente e stratificata.
Nel suo intervento, l’artista Alessandro Russo ha tracciato le tappe principali del suo percorso: dai comizi, “temi antichi, antropologici, fatti di ritratti, allegorie e sarcasmi dei politicanti”, alle città industriali e portuali, passando per un’intensa stagione di viaggio. “I contenuti sono sempre gli stessi,” ha affermato, “ma cambiano i luoghi, le illusioni, le rovine lasciate dall’industrializzazione”. E poi il più recente ciclo Recovery Art, in cui oggetti reali vengono applicati alla tela e integrati nella pittura, creando un cortocircuito tra realtà e rappresentazione.
Trasferitosi a Milano per insegnare all’Accademia di Brera, Russo ha continuato a osservare e dipingere il mondo con occhio critico e sensibilità contemporanea, portando avanti una pittura tradizionale che però risulta nuova, capace di dialogare con i generi classici e reinventarli nel presente.
Marco Meneguzzo, autore del saggio introduttivo e curatore della mostra, ha offerto in collegamento remoto un intervento lucido e appassionato, sottolineando la profondità del lavoro di Russo e l’importanza del catalogo come strumento critico. “Una mostra è un’esperienza visiva temporanea, ma un libro forse è qualcosa di più: un oggetto che si porta dietro tutta la storia di un artista, condensata, ma viva,” ha affermato. “Sfogliare queste pagine è come ricostruire relazioni, connessioni, traiettorie. Sono cento opere che raccontano trent'anni di linguaggio, di trasformazioni, di visione.”
Secondo Meneguzzo, sollecitato dalle domande del giovane giornalista Francesco Stanizzi, ciò che distingue Russo è il coraggio di lavorare con modelli storici – la veduta, la scena urbana, la pittura di genere – per poi trasfigurarli: “Le sue non sono semplici vedute. Sono presenze. Non si guardano da fuori, ci si entra dentro, le si vive. È il miglior risultato che una veduta possa raggiungere: far venire voglia di esserci.”
Ha anche evidenziato il passaggio dalle prime serie legate ai comizi, fino ai paesaggi urbani “post-atomici”, dove il cielo stesso sembra mutato, e dove le città appaiono contemporaneamente più vive e più fredde. Ha poi ricordato che: “Un artista non lavora per portare a termine un progetto, ma perché non può fare altrimenti. Ciò che dipinge è necessario, urgente.”
Il giornalista RAI Francesco Brancatella ha ricordato l’amicizia giovanile con Russo con un aneddoto: “Lo portai a dipingere una veduta di Ponte Sisto, e mi stupì come la sua pittura riuscisse a essere fedele al reale e insieme evocativa, capace di rendere il presente una nostalgia”.
Vittoria Camobreco, giornalista ed ex alunna dell’artista, ha sottolineato come l’insegnamento di Russo abbia influito profondamente sulla sua formazione: “Grazie a lui ho capito che la disciplina artistica è uno strumento per aprire mondi, per dare bellezza alla quotidianità”.
Donatella Monteverdi, assessora comunale alla Cultura, ha parlato del catalogo come “strumento di emozione ma anche di riflessione, capace di fotografare un momento di cesura epocale”. La mostra e il libro – ha detto – “ci fanno guardare il tempo con occhi nuovi”.
Francesco Fragomele, vice presidente, ha espresso profonda soddisfazione per l’esito della mostra e per aver accolto un’iniziativa di tale spessore artistico e culturale. “Siamo orgogliosi di aver ospitato un progetto che ha saputo attrarre un pubblico numeroso e attento, confermandosi un appuntamento di grande rilievo nel panorama culturale della nostra città. Per Alessandro Russo si tratta di un ritorno significativo, un riconoscimento importante che lega il suo percorso artistico a queste radici."
L’affluenza del pubblico, la qualità degli interventi e la partecipazione appassionata degli ospiti hanno testimoniato il grande successo dell’evento, confermando il MARCA come luogo privilegiato di confronto culturale, capace di accogliere e valorizzare artisti che, come Russo, partendo dalla Calabria, hanno saputo parlare al mondo.
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