Catanzaro, i genitori della piccola Cloè morta a 6 mesi si oppongono all’archiviazione: “Fu malasanità”

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William Rebecchini: “Chi è stato negligente non distrugga la vita di altre persone"

  23 febbraio 2022 21:47

di CARMEN MIRARCHI 

La piccola Chloe' Rebecchini è morta a  soli sei mesi nel 2020 a causa di un'infezione che ha poi causato un arresto cardiaco. "Il 15 giugno 2020 abbiamo portato la nostra piccola dalla pediatra perché abbiano notato un pallore cutaneo e le labbra viola. La piccola aveva sei mesi e la pediatra ha indicato una carenza di ferro, senza richiedere ulteriori approfondimenti. Dopo 13 giorni abbiamo portato, a seguito di un peggioramento, la piccola all'ospedale “Pugliese” di Catanzaro, dove ha avuto un arresto cardiaco.. Qui ci hanno detto che non potevano fare nulla e la bambina è stata trasferita all'ospedale "Monaldi" di Napoli, dove la bimba è deceduta".

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È questa la breve storia dei terribili ultimi giorni di vita della piccola Chloè. Li racconta  il padre William, che adesso chiede giustizia affinché venga fatta luce sulla questione ed affinché alcuni drammi non accadano più.

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"La pediatra ci diceva che c'era una crescita ponderata, però dal primo mese sino al giorno del controllo non ci ha chiesto di fare analisi specifiche. Come è possibile che non abbia mai richiesto un semplice emocromo? Sulla perizia di parte, il medico ha accertato una negligenza da parte della pediatra", ha aggiunto William Rebecchini.

"Una sera mi ha chiamato la mia compagna dicendo che la bimba aveva un vomito verde cosi l'abbiamo portata all'ospedale Pugliese di Catanzaro dove è stata messa sotto osservazione. La domenica mattina la mia compagna mi telefona dicendomi di salire in ospedale perché la bimba aveva avuto un arresto cardiaco. Avrebbero dovuto trasferirla a Napoli dove, però, non era nemmeno certo che sarebbe riuscita ad arrivare viva. Al Pugliese avevano detto di non avere le competenze e a Napoli che era ormai troppo tardi. La perizia di parte ha acclarato - ha spiegato William - che sarebbe bastato un antibiotico e che un semplice emocromo avrebbe accertato la presenza dell'infezione alla stomaco che ha poi compromesso il cuore".

L'avvocato dei genitori della piccola, Gennaro Mellea,  ha specificato che la perizia di parte ha certificato negligenza ed incompetenza. "La querela è stata archiviata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, ma noi abbiamo fatto opposizione richiedendo delle integrazioni investigative al pubblico Ministero, nella speranza di ottenere  un processo per individuare i responsabili. Crediamo nella giustizia, il procedimento pende ed è in corso: si tratta di un caso di malasanità", ha sottolineato l'avvocato Mellea.

Per i genitori della piccola Chloè è importante capire chi ha sbagliato. "Non vogliamo che queste superficialità vengano commesse nei confronti di altre persone", ha concluso William Rebecchini.

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