"E’ il valore della responsabilità che nuovamente, oggi, salva l’onore di Fondazione Betania Onlus, quella che nell’immaginario di tutti i catanzaresi resta Villa Betania. La responsabilità è stata offerta, ancora una volta, dalle Organizzazione Sindacali che hanno sospeso lo sciopero previsto per domani 11 dicembre 2020, che prevedeva la manifestazione davanti ai cancelli della struttura per rivendicare, giustamente, lo sblocco delle retribuzioni dei dipendenti da troppo tempo costretti a “vivere di spiccioli”, senza un prospettiva, forse, per una non responsabilità gestionale, oltre che di una mancata visione strategica. La sospensione dello sciopero è data dalla notizia che – nuovamente – è entrato il Covid-19 nelle strutture di Fondazione Betania Onlus, sembrerebbe sempre dall’ingresso principale, le cui modalità lasciano troppi dubbi sulla gestione dell’emergenza sanitaria ed in particolare sulla garanzia sanitaria dei dipendenti e dei degenti, che non può sempre essere declinata come un caso fortuito". Lo dice l'associazione "I Quartieri" di Catanzaro, presieduta da Alfredo Serrao.
"Anche noi, come Associazione I Quartieri, avremmo certamente partecipato alla manifestazione di protesta dei sindacati, per esprimere una solidarietà concreta a quanti ancora garantiscono l’esistenza di Villa Betania – i lavoratori – che nella loro solida responsabilità pur con le tasche vuote, garantiscono l’assistenza ai tanti degenti, quelli che alla fine della fiera sono le uniche vittime. In questa grande stranezza ci sono grandi responsabilità sanitarie che dovranno essere accertate. Ma, esistono altre responsabilità di ordine economico e morale della città di Catanzaro, che non ha il coraggio di indignarsi, che tace difronte al disastro di quello che è e resta un patrimonio di umanità, di speranza ed un sogno spezzato che si chiama Villa Betania. Tutti ci domandiamo il perché? Perché forse esiste una dirigenza sterile? Perché forse esiste una proprietà non propriamente interessata? Le domande restano in agenda e qualcuno dovrà rispondere. Dovranno rispondere del perché, probabilmente, tante vite dei dipendenti e dei pazienti vengono messe a repentaglio, continuando in ipotesi a sbagliare e lasciando entrare in modo indisturbato il Covid. Ma, si dovrà pure rispondere perché si continua a trattare il personale come carne da macello, forse non applicando in modo rigido e responsabile i protocolli Covid, condannandoli anche all’indigenza economica?", continua l'associazione.
"Resta l’evidenza che ormai da troppo tempo nelle strutture di Fondazione Betania non solo i pazienti fanno festa con i fichi secchi, ma anche il personale deve sopravvivere con le bucce di patate, quelle che non consentiranno loro di poter degnamente festeggiare, sia pure in modo strano, il prossimo Natale, dove certamente 500 euro non rappresentano la dignità che loro meritano e che meritano anche i degenti, di fatto carcerati ed allontanati da ogni relazione familiare, per proteggerli dal Covid (?) Responsabilità e protezione sono parole importanti e piene di significato, che non possono essere lasciate a fare da cornice a qualche buon sermone", concludono.
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