Questa mattina le classi I A dell’indirizzo linguistico e I B dell’indirizzo scienze umane dell’Istituto “De Nobili” di Catanzaro, hanno incontrato l’avv. Pier Vincenzo Gigliotti che ha presentato il suo libro “L’anno più bello", edito da La Rondine.
Il dirigente, Angelo Gagliardi, ha promosso l’incontro, da remoto, con l’autore Gigliotti, al suo secondo lavoro editoriale, responsabile e promotore dei progetti speciali per l’US Catanzaro 1929 nelle scuole del territorio. Il lavoro nasce lo scorso anno, durante il lockdown in seguito ad una telefonata con un suo ex compagno di classe.
Il libro, infatti, è dedicato ai vecchi compagni di classe dell’ultimo anno di scuola media, “una classe splendida”, ricorda l’autore. La storia è un tuffo nel passato, nel lontano anno 1981/1982, ultimo anno di scuola media , gli anni dei primi amori, dei sogni di giovani adolescenti. Erano anni in cui il Catanzaro militava nella serie A e l’anno dei mondiali di Spagna che vide l’Italia campione del mondo: eventi che allora facevano sognare i giovani che come lui che iniziano a nutrire la passione per il Catanzaro calcio, iniziata quando, da bambino, seguiva suo padre nelle trasferte domenicali al Ceravolo.
Il titolo “L’anno più bello”, oltre ad essere provocatorio, vuole esprimere anche una speranza per le giovani generazioni: il riferimento ovviamente è quello del suo ultimo anno di scuola ripercorso dal protagonista del libro, ma di fatto questa è solo un’occasione per parlare di veri valori, primo fra tutti l’amicizia tra un gruppo di compagni che avevano in comune un’unica passione: il calcio, una sorta di riscatto sociale , di attaccamento e amore verso la propria terra: “L’anno più bello”, dunque, diventa non solo quello che si è già vissuto, ma soprattutto quello che si deve vivere.
Entusiasmante il dibattito con gli alunni intervenuti alla conferenza, ai quali Gigliotti ha voluto lanciare un chiaro messaggio: non arrendersi mai, seguire sempre i propri sogni, le proprie passioni e di riscoprire il sapore di un’attesa e dei veri valori. Il riferimento è stato indubbiamente al difficile anno appena trascorso che ha visto i giovani privati dell’ingrediente fondamentale della loro età, la socialità, a causa della pandemia ancora in atto. In tutto questo il calcio diventa metafora della vita, in quanto entrambi ci portano, talvolta, a modificare quanto prefissato e a rivedere i nostri piani, tanto nella vita, quanto nel calcio, a volte si vince, ma, a volte, si può anche perdere.
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