Il nuovo bando sui rifiuti di Catanzaro è stato annullato in autotutela. Una decisione assunta dalla Giunta comunale con un atto d'indirizzo (cifra stilistica dei consulenti giuridici dell'attuale Amministrazione) a cui, presumibilmente, seguirà la contestuale revoca da parte della burocrazia. L'inevitabile esito di un avviso che non solo è stato oggetto di censure delle controparti politiche di opposizione e di parte della maggioranza ma anche di denunce da parte di singoli consiglieri che avrebbe portato non poche complicazioni.
Da un punto di vista tecnico, il vulnus s'incistava nell'errore sul codice alfanumerico del contratto collettivo nazionale da applicare. Non un ricamo formale ma il vero oggetto della discordia che per i sindacati avrebbe comportato la perdita di 34 posti di lavoro, mentre per i sostenitori dell'impianto del bando una contrazione dei redditi percepiti dai lavoratori. Tanto è bastato per farlo saltare e per andare alla ricerca di nuove coperture finanziarie per l'esborso aggiuntivo. Fin qui la parte tecnica e, a proposito, per una volta va riconosciuta l'azione positiva delle organizzazioni sindacali che hanno fin da subito individuato le criticità. Se il sindacato operasse sempre così, scevro da posizioni ideologiche e prive di contenuti risolutivi, forse Catanzaro e l'Italia sarebbero una città e un Paese migliori.
Inciso a parte: la questione del bando rifiuti è diventata una faccenda politica. In questo caso, non c'erano le semplici resistenze delle opposizioni ma di consistenti gruppi della maggioranza. Non saranno sfuggite le uscite 'critiche' del Partito democratico e quelle di esponenti del gruppo Talerico (l'assessore Arcuri è l'intestatario politico della pratica), vedi la posizione del consigliere Francesco Scarpino nella duplice veste di amministratore comunale e dipendente della Sieco. Scarpino non sarebbe stato l'unico consigliere di maggioranza a opporsi all'assetto del nuovo avviso. Detto questo, l'altro dato politico è la profonda e strutturale frattura fra il gruppo di Talerico, che è un consigliere regionale appena confluito nel gruppo di Forza Italia e altri esponenti azzurri. Oggi, in Consiglio, la diatriba fra colleghi di partito (Talerico e Costanzo) è stata dai toni accesissimi. Così come i primi sono stati fin dal principio critici rispetto al nuovo bando rifiuti (non solo Costanzo, ma anche Levato e l'intero gruppo di Forza Italia), gli azzurri originari hanno financo ispirato una mozione non più presentata perché nel frattempo era sopravvenuto l'annullamento. Se è vero che a livello comunale prevale la sostanza civica sull'appartenenza partitica, oggi in Consiglio comunale si è vista la siderale distanza fra il gruppo comunale e provinciale di FI e il 'suo' consigliere regionale. Attenzione a questa trama poiché potrebbe divenire una costante del prosieguo della consiliatura catanzarese.
Sullo sfondo rimane il tagliando alla Giunta. Il consigliere dem Fabio Celia ha ufficialmente chiesto al sindaco di aprire un tavolo delle forze pre-ballottaggio (dunque, pre-accordo con Talerico) prima della data fatidica del 5 agosto, quando dovrebbe essere consumato quello che altro non sarà che un mini-rimpasto. Fiorita ha parlato di Catanzaro servizi e bando rifiuti, ma non di tagliando. E già questa è una risposta implicita. L'operazione galleggiamento prosegue a gonfie vele.
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