di MARCO CALABRESE
La serata del 21 giugno, accarezzata da un morbido venticello che, dalla vallata aperta sul mare, arriva fino all’altura cittadina sfiorando dolcemente le strade e le facciate del centro storico, si e` riempita di raffinati suoni. La Villa Comunale, che venga chiamata Villa Trieste, o per i più nostalgici Villa Margherita, ha ospitato un evento musicale di tutto rispetto, che io stesso non ascoltavo dai tempi parigini.
Un quartetto di bravi e talentuosi musicisti ha regalato a quella fresca brezza, un compagno ideale con cui danzare tra le maestose e lussureggianti fronde degli alberi, un concerto che ha abbracciato morbidamente la prima serata estiva sospendendo l’ascolto in un rarefatto intreccio sonoro.
Tutti calabresi i musicisti in questione, calabresi con percorsi musicali che li hanno spinti ad affrontare piazze diverse, percorrendo le citta` del nord Italia, o le estreme terre della Patagonia. Il jazz proposto, ricercato e ricco, malinconico e dolce, raffinato e delicato, ci parla di viaggi, di esperienze e di luoghi; dal percorso in treno sulla costa Ionica, al racconto delicato della ragazza non vedente.
La magistrale esecuzione ha preso forma grazie alla performance di Joy De Vito alla chitarra, di Andrea Mellace al vibrafono, di Tommaso Pugliese al contrabbasso e di Alessandro Marzano alla batteria. Tra loro un’intesa palpabile, gli assoli musicali si sono intervallati con una semplicita` moderata, elegante e mai chiassosa.
Joy’s Wing il nome di questo neonato quartetto calabrese che poco dopo le 21.00 ha rapito l’attenzione degli spettatori, giunti in gran numero, che hanno ascoltato e partecipato in religioso e composto silenzio.
Il direttore artistico, Francesco Panaro, non il classico vanaglorioso, ma un uomo discreto e cordiale al contempo gentile e colto, porta avanti eventi di questa portata grazie alla cooperativa Atlantide. A lui vanno i nostri meritatissimi applausi.
Queste sono le manifestazioni di cui essere orgogliosi, e in cui manifestare ammirazione e affetto per questi bravissimi musicisti calabresi.
Spesso non si valorizza, in Calabria e nell’Italia intera, quel che c’e` di buono: la nostra esterofila tendenza ci fa osannare magari artisti non eccelsi, e anche poco preparati. Il patrimonio culturale, umano e in questo caso musicale deve, e mi preme sottolineare l’imperativo, diventare orgoglio vero e vivo. La curiosita` e la passione sia dei musicisti, di tutti gli operatori tecnici, e del pubblico di ieri sera erano tangibili. Il risultato ottimo.
Al bello ci si abitua. E noi ne siamo bulimicamente affamati.
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