Catanzaro. Il consigliere comunale Pisano: "Ridare dignità e tutele agli amministratori sempre più bistrattati al sud"

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Giuseppe Pisano, ex consigliere comunale Catanzaro
  21 luglio 2021 14:11

"Fare gli amministratori pubblici a Catanzaro, così come in tutto il Sud, è diventata una missione quasi impossibile. Ho già detto più volte che il ruolo di consigliere comunale, e non solo, nel corso degli ultimi anni è stato svilito nelle sue funzioni e nelle competenze, tanto da provocare un lento ed inesorabile declino della rappresentatività istituzionale. Alla crisi dei partiti e della buona politica, si sono aggiunti gli effetti nefasti dei tagli ai trasferimenti per gli enti locali e del criterio della spesa storica che ha penalizzato il Sud. Una crisi partita già molto prima del covid, basta citare i dati riportati in un recente articolo de L'Espresso: il 30 per cento degli enti locali da Napoli in giù non riesce a chiudere i bilanci per disavanzi di amministrazione. Su 396 Comuni in dissesto e pre-dissesto, ben 304 sono al Sud e nelle Isole. Nel 2019, quindi già prima della pandemia, 1.119 Comuni registravano disavanzi, di questi 803 nel Meridione". Così in una nota stampa del Capogruppo di Catanzaro con Abramo, Giuseppe Pisano

"Catanzaro è riuscita a sopravvivere, - prosegue - rispetto agli altri Capoluoghi di provincia, grazie alla politica oculata del sindaco Abramo, ma i numeri sono impietosi: il Comune ha 15 milioni in meno all'anno, come trasferimenti, rispetto a una realtà con gli stessi abitanti della Lombardia. La disparità tra Nord e Sud si riflette, dunque, non solo sulla capacità di garantire servizi, ma anche sull'autorevolezza di una classe politica sempre più penalizzata".

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"L'indennità di un  sindaco o di un assessore, per non parlare dei gettoni dei consiglieri comunali, se pensiamo alle responsabilità che si hanno, è misera rispetto agli stipendi di super manager o di parlamentari che nemmeno si misurano col consenso della gente. Amministratori che ormai, ogni giorno, rischiano avvisi di garanzia per qualsiasi cosa. Così facendo, non si andrà molto lontano e si capisce bene perché nessuno vuole più fare il sindaco. Urge una riforma profonda del Tuel - conclude - per ridare dignità e tutele a chi si sporca le mani sul territorio, altrimenti quale sarà il futuro per la politica? Non resterà che scavare sempre più in basso e vedere quella che era una nobile missione, diventare appannaggio di gente che non ha nulla da perdere".

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