Isolamento doppio: per la detenzione e per la pandemia. Eppur si studia. E anche in qualche carcere la didattica a distanza riesce a partire: è il caso della Casa Circondariale Ugo Caridi di Catanzaro, diretta da Angela Paravati, come rilevato dal Garante regionale delle persone detenute.
“L’istituto ospita oltre seicento detenuti - ci spiega la direttrice - e sono presenti i corsi scolastici della scuola dell’obbligo, gestiti dal Centro provinciale d’istruzione per gli adulti Cpia, e di scuola superiore di II grado: il liceo artistico, il tecnico agrario ed il professionale alberghiero. A marzo, con lo scoppio della pandemia, i contatti con la comunità esterna sono stati necessariamente ridotti, ma mantenere i corsi scolastici è stata una priorità: per questo è stata avviata la didattica a distanza. Le lezioni scolastiche, oltre ad essere parte fondamentale del trattamento rieducativo, costituiscono un’occasione importante per quella parte della popolazione detenuta che è nata in contesti particolarmente deprivati e non ha avuto proprio la possibilità di andare a scuola. Senza contare il ruolo fondamentale che ha l’impegno nello studio per evitare tensioni e rivolte all’interno dell’istituto. Con la partecipazione attiva del funzionario informatico Donatella Chiappetta e dell’assistente capo coordinatore Pasquale De Luca è stato possibile organizzare in poco tempo le postazioni per consentire di seguire le lezioni a distanza.”
Un’esperienza che ha visto in prima lineala dirigente Rita Elia dell’istituto comprensivo Vittorio Emanuele II, scuola superiore di II grado, e la referente del Polo didattico carcerario, la docente Gigliotti, che hanno collaborato con la direttrice del carcere ed il capo area educativa Giuseppe Napoli per trovare le migliori soluzioni. Grazie al Pon Smart class Cpia è stato inoltre possibile adesso fornire alcune lavagne interattive multimediali alla Casa Circondariale.
La dirigente Elia ha rivolto un particolare ringraziamento a tutto il personale anche non docente della scuola e alla dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per la Calabria Maria Rita Calvosa, con l’augurio finale affinché “tutte le istituzioni prestino la giusta attenzione e sostengano l’attività nella Casa Circondariale di Catanzaro, così preziosa seppur silente”. Il Covid non ha fermato la scuola in una frontiera sociale come il carcere: una notizia che, al termine di questo 2020, dà comunque speranza.
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