Catanzaro, il ricordo di Silipo per Claudio Mancini: "Ci rincontreremo in quel Paradiso del quale, spero, di esserne degno quanto te"

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  16 maggio 2023 08:33

Pubblichiamo il ricordo di Giuseppe Silipo dedicato all'amico Claudio Mancini scomparso prematuramente domenica 

di GIUSEPPE SILIPO 

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E' da domenica sera, da quando mi è stata comunicata la terribile notizia, che la mia mente è stata aggredita da un susseguirsi di pensieri e dai tanti ricordi che mi legano a te. Tutto ebbe inizio nel lontano 1985, quando il destino volle farci incontrare nel Distretto militare della nostra Catanzaro, a condividere il periodo di leva. Ricordo bene, quando io ero di guardia nell'altana centrale del piazzale principale del Distretto e tu arrivavi (alle sei del mattino) cappellino in mano e divisa palesemente indossata di fretta, e mi rivolgevi quel saluto beffardo, diciamo anche sfottente che voleva amplificare il fatto che, al contrario di me, tu avevi dormito nel tuo caldo lettuccio. Ma dopo questa breve parentesi, le nostre strade si sono di nuovo incrociate sul posto di lavoro, in Regione. Ricordo ancora quando ci incontrammo a Palazzo Europa davanti all'allora Ufficio Mensa. Io ero in attesa di trasferirmi al Dipartimento Programmazione Comunitaria del quale tu facevi già parte, e rivolgendoti a me mi dicesti "vidi ma ti motichi ma arrivi, ca avimu e faticara". E abbiamo lavorato tantissimo insieme. Io, tu e Maurizio, in quell'ufficio della 7.1 che si è trasformato nella nostra casa per parecchio tempo, e noi eravamo "la famiglia".

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Poi le nostre strade si sono divise, ma solo perché siamo stati destinati a Settori diversi, ma sempre nello stesso Dipartimento, nel quale condividevamo i momenti di pausa in quel punto calmo nel quale chiacchieravamo e spesso ci confidavamo. In quel punto calmo nel quale mi raccontavi, con paterno orgoglio, dei successi della tua adorata Michela, a cui mi sento di rivolgere un affettuoso abbraccio.

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E come non ricordare i Comitati di Sorveglianza che tu organizzavi. Ci fosse un Premio Oscar per questo servizio, non te lo toglierebbe nessuno. Ti calavi nella parte con abnegazione e pretendevi che tutto fosse perfetto dal momento della  scelta della location fino all'ultimo momento del Comitato. E alla fine di tutto, te ne andavi per qualche giorno in ferie a rilassarti e a goderti quel meritato riposo.

E come non ricordare i post sfottenti che io e il comune amico Nicola mettevamo su Facebook ogni volta che perdeva la tua amata Inter? Ce li preparavamo prima e appena finiva la partita li lanciavamo, restando in attesa della tua risposta. Che arrivava, pungente, ironica ma sempre amicale.

E arrivò il momento della pensione. Oggi suonano beffardi quei saluti, quelle pacche sulle spalle, quegli abbracci e quelle frasi magari scontate del tipo "goditela e rilassati". Perché purtroppo, quella "maledetta" pensione non sei riuscito a godertela.

Sei tornato spesso in ufficio, e in una di queste occasioni, hai trovato la forza di raccontarmi quello che ti era accaduto e di come stavi combattendo, con una forza e con una dignità da cui bisognerebbe prendere esempio.

Arrivederci Claudio, è così che mi piace salutarti. Non so se ci rincontreremo. Io spero tanto di si, magari in quel Paradiso del quale, spero un giorno, di esserne degno anch'io.................quanto te.

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