Lo scorso dicembre su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, il Giudice per le Indagini preliminari ha ordinato l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Per Antonio Scalzo, 29 anni, di Gimigliano, e Angelo Merante, 37 anni di Gimigliano, l'accusa di incendio doloso, per avere messo fuoco nell'abitazione della vittima (il padre di Antonio Scalzo), dopo avere atteso che lo stesso si allontanasse per raggiungere la vicina abitazione della sorella. Ad incastrare i due cugini, alcuni messaggi scambiati su whatsApp nei giorni precedenti e un'intercettazione ambientale effettuata nella sala d'aspetto degli uffici della Pg dove erano stati convocati per essere sentiti come persone "informate sui fatti".
Indizi gravi e sufficienti per il sostituto procuratore Anna Reale, che ha stretto il cerchio sui due uomini, fino a ottenerne l'arresto da parte dei carabinieri della compagni di Catanzaro.
Quest’oggi il Tribunale di Catanzaro, a seguito di elementi nuovi prodotti dai rispettivi legali di fiducia, gli avvocati Antonio Lomonaco, Valerio Murgano e Elio Bruno, ha revocato la misura custodiale a carico dei due giovani sostituendola con un semplice obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Intanto il processo proseguirà il prossimo 7 giugno con l’audizione di altri testi dell’accusa.
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