Catanzaro. Jonny Corsi: "Mancano appena 15 mesi alla fine del ventennale regno di Abramo"

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Antonio Corsi
  13 febbraio 2021 12:05

"Mancano appena quindici mesi alla fine del ventennale “regno” di Abramo, ma si può dire che questa sua ultima (e funesta) esperienza si è già conclusa nella maniera più ingloriosa. Se vanno avanti non è certo per desiderio di fare qualcosa per una Città ormai moribonda, vanno avanti solo per assicurare la sopravvivenza di un “cerchio magico” che altrimenti non saprebbe come sbarcare il lunario. L’encefalogramma di questa Amministrazione è piatto. Non ci sono sussulti, non ci sono idee, non c’è nemmeno la decenza di affrontare la quotidianità. E intanto la Città perde centinaia di posti di lavoro, decine di esercizi commerciali chiudono, il corso Mazzini da salotto è diventato un deserto. La Città è sporca, la Città è senza acqua, la Città  ha le strade come gruviera. Chi dovrebbe prendersene cura è impegnato in altre cose. Pensate che la maggioranza doveva riunirsi non per combattere il Covid, non per dare ristoro ai commercianti e ai bar, non per costringere la Sieco a fare il suo dovere, ma solo per stabilire la nomina del revisore dei conti". Lo afferma Jonny Corsi, consigliere comunale di Catanzaro. 

"Anticipo certe facili critiche alle mie parole. E’ vero, ho fatto parte delle prime maggioranze che hanno sostenuto Abramo. Posso dire con orgoglio di non essere mai stato un “allineato”, anzi sono stato sempre molto “scomodo”. E devo anche dire che il contesto politico era diverso perché Abramo, che di politica ne sa meno di zero, si pure guidato veniva sollecitato da idee ed iniziative, che oggi sono piatte com’è piatta la sua maggioranza. Quella maggioranza che in tutte le sue declinazioni di colore dei satelliti, era un “monocolore azzurro”, sbiadito ormai al sole. Ora mi rendo conto che questa Amministrazione non ha più nulla da dire perché ha fallito quando non poteva fallire. Ha fallito quando la Città aveva bisogno. Ha fallito nel non averla saputa difendere. Abbiamo perso tutto, abbiamo perso la Sovrintendenza, abbiamo perso l’Agenzia delle Dogane, stiamo per perdere la Facoltà di medicina- conclude Corsi- Nessuno calcola più la Città Capoluogo, la gente arriva alla Cittadella e scappa via. Le riunioni si fanno a Lamezia Terme, la politica vera si fa a Cosenza e a Reggio Calabria. A Catanzaro si pensa al revisore dei conti da nominare, mentre la gente è disperata. Saranno quindici mesi inutili che faranno di Catanzaro una Città ancora più povera. Non basterà comprare a spese dei contribuenti pagine di giornali per farsi dire “quanto siete bravi”.

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