Catanzaro, la città che ride: ecco il progetto installativo di Apollonia

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  17 agosto 2019 11:21

di APOLLONIA NANNI

Le città sono il futuro, perché partono da qui gli esperimenti sociali. Sono la meta della giovane famiglia “mobile che vive in una dimensione liquida spazio-temporale, in questa nostra era digital-contemporanea in cui gli scenari urbani mutano di continuo anche attraverso interventi di street-art sui vari edifici. Io mi reputo una sorta di street-art digitale in quanto realizzo delle installazioni-virtuali sulle facciate degli edifici urbani che ritengo più idonee alle immagini che intendo “installare” (spesso immagini ironiche ed inusitate), su queste “tele a cielo aperto”, e spesso sono immagini tratte dai miei dipinti, e molto raramente mi avvalgo di alcune opere di artisti del passato, miscelo il classico col contemporaneo, come si può evincere dalle fotografie che ho inviato.

Ad esempio alcune installazioni riguardanti il Colosseo a Roma, ho “affrescato”, oltre che con mie opere, anche con l’opera del pittore Aleppe, raffigurante il ragazzo che “esce” dal quadro con un’aria sbigottita e stupita, forse sconosciuto ai più, ma che operò nel trecento avanti Cristo, e fu anche il primo pittore a realizzare  un’opera astratta che acquistò Giulio Cesare, il primo collezionista di arte astratta nella storia.

Ho realizzato queste “virtual-installazioni” per il puro desiderio di “trasportare” l’arte fuori museo, fuori dai soliti luoghi convenzionali, l’idea mi è scaturita proprio pensando a quanto spesso le opere siano “costrette” a vivere “rinchiuse” in gallerie e musei, luoghi spesso poco fruiti, a parte i soliti noti. Mi piace rendere “vivi” soprattutto i luoghi di provincia spesso poco accoglienti e grigi, facciate di chiese, con un mix di opere classico-moderne, una sorta di land-art, in quanto con questi miei interventi muta il territorio, l’ambiente circostante.

Un autentico Museo a cielo aperto, non è fantastico? In fondo viviamo una società contemporanea virtuale, di “materiale” di “reale” c’è ben poco. L’arte stessa è un inganno, una utopia. Allora pigiando un tasto si può sognare un luogo “altro” attraverso le “visioni” urbane di Apollonia. Attraverso le mie installazioni urbane virtuali, volgo e “vedo” uno scenario diverso sulla città, rendendola in tal modo più contemporanea. Le facciate degli edifici vengono “convertite” in tal modo in una visione nuova ed innovativa che rende la città più attraente. Una sorta di Rinascimento in una avveneristica interpretazione di trasformazione dei luoghi.

Dopo aver pubblicato uno solo di questi interventi sono stata contattata da alcuni assesori in diverse città di Italia, per dare il mio contributo creativo concernente alcuni edifici. Ma in esclusiva per il Gattopardo saranno pubblicati tutti gli interventi inediti che ho realizzato. Nella prossima estate ci saranno delle autentiche sorpese.


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