Catanzaro. La cooperativa Atlantide festeggia i suoi primi 31 anni ringraziando l'intero staff di "OrCheStrana – Come un pozzo vuoto"

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images Catanzaro. La cooperativa Atlantide festeggia i suoi primi 31 anni ringraziando l'intero staff di "OrCheStrana – Come un pozzo vuoto"

  02 novembre 2021 19:28

La Cooperativa Atlantide - artefice della produzione originale di jazz e teatro dal titolo OrCheStrana – Come un pozzo vuoto, realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e andata in scena il 30 ottobre al Teatro Politeama di Catanzaro, dopo due esibizioni a Spezzano della Sila e Vibo Valentia - "vuole festeggiare i suoi trentuno anni di attività appena compiuti, rivolgendo un sentito ringraziamento all’autore del testo, Giacomo Carbone, all’autore delle musiche e direttore di OrCheStrana, Nicola Pisani, ai due straordinari interpreti, Giancarlo Fares e Sara Valerio, ai trenta musicisti che hanno dato prova di grande sensibilità e professionalità, ai due special guest, Ettore Fioravanti e Luca Garlaschelli. Grazie ancora all’ideatore dell’opera e direttore artistico del Catanzaro Jazz Fest, Francesco Panaro, a Roberta Giuditta che ha coordinato la regia, a Pino Pingitore - noto artista e storico grafico di Atlantide, autore del quadro il cui particolare campeggia sui manifesti dell’evento – all’Accademia Musicale “F. Chopin” guidata dal M°Elvira Mirabelli, al Comune di Catanzaro, al Comune di Vibo Valentia - Capitale Italiana del Libro e al direttore artistico della rassegna “Una storia da vivere!” Piero Muscari, al Comune di Spezzano della Sila e al direttore artistico della XXII Festa della Musica Francesco Caligiuri, all’ISSMP. Tchaikovsky” e al M°Filippo Arlia, al Conservatorio “F. Torrefranca” e al direttore M°Vittorino Naso, alla Fondazione Politeama, al personale del Teatro e al direttore generale Aldo Costa che più di vent'anni fa promosse l’incontro tra Atlantide e Nicola Pisani, al Centro Calabrese di Solidarietà, al personale dell’accoglienza coordinato da Alfonsa Trapasso, allo staff tecnico audio/video/luci coordinato da Fabrizio De Rose, agli sponsor, ai soci, al pubblico che ci ha tributato grandi applausi e commenti lusinghieri, alla stampa e a tutti coloro che a vario titolo hanno reso possibile questo progetto, a cui auguriamo lunga vita! 

Dicono di noi…

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Lo spettacolo di ieri sera, dai contenuti drammaticamente attuali, è stato realizzato con grande maestria, sia per il testo che per la sceneggiatura che per la musica. Anche gli attori sono stati bravissimi. (…) meritano tutti di essere elogiati, l’autore dei testi, Giacomo Carbone, l'ideatore Francesco Panaro, la regista Roberta Giuditta, il direttore d'orchestra Nicola Pisani, i musicisti, il coro e tutto lo staff (…)Abbiamo potuto apprezzare la loro professionalità e prendere atto, ancora una volta che nella nostra città esistono delle belle realtà, che a volte noi ignoriamo. Sono contenta di essere stata presente..”

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(Paola Gualtieri – notaio)

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 “Può il dolore avere un suono? Sembrerebbe di sì ascoltando le parole e i suoni che hanno violato il silenzio di un teatro Politeama attento e in attesa del mirabile lavoro di Giacomo Carbone. Esso irrompe col vibrare di una conchiglia che viene da chissà dove, dall’Eternità forse di un Universo sconvolto dal Caos voluto dagli Dei che lo hanno popolato di esseri  condannati ad  un Destino tragico, atavico con cui combattere, vincere o perire. Dal lamento nero che sale dagli sterminati campi di cotone al Cielo di un’America non ancora compiuta, all’irrompere irriverente, ma composto, di una giovane Orchestra mirabilmente condotta da Nicola Pisani per l’esecuzione della sua stessa musica. La violenza del Mito che trasgredisce le regole, che stravolge gli affetti e coinvolge, distrugge e porta la morte tra la gente ”comune”. La musica racconta, accompagnando, ma anche sostituendo, le parole tragiche della sofferenza, della colpa, raccontate con grazia o urlate con forza e determinazione da Sara Valerio e Giancarlo Fares, accompagnate da un coro di “prefiche” perfettamente integrate, e consegnate amabilmente al potente e studiato “frastuono” di una magnifica orchestra. Non vi è riparo alla trasgressione, alla violazione del tabù dell’incesto, alla mortificazione dell’amore lieve o passionale; non resta che la punizione: l’accecamento per Edipo l’annientamento di ogni slancio vitale nel protagonista maschile e il suicidio per l’appassionata attrice del dramma. E, in un ultimo giorno di festa radiosa (finalmente), si compie il godimento di un piacere “legittimo”! Eros e Thanatos si ricompongono nel rispetto delle “regole” dell’Ordine e del Disordine Universale e il Destino si compie.”

(Mario Nicotera, psichiatra)

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