La gestione clinica del mal di testa passerà anche dalle farmacie. Il lungo e proficuo lavoro territoriale portato avanti dagli specialisti neurologici della rete regionale cefalee si appresta a chiudere il cerchio. Presso il THotel di Feroleto Antico (Catanzaro) si è svolto il primo incontro del progetto-pilota che vedrà assurgere i farmacisti a ruolo di “sentinelle” contro il mal di testa, una delle malattie più invalidanti dei tempi moderni.
“Siamo gli attori principali di questa rete – ha detto Vitaliano Corapi, presidente provinciale dell’Ordine Farmacisti di Catanzaro – in quanto il farmacista individua il paziente cefalalgico cronico, lo prende in carico, lo indirizza ai centri specializzati e ne controlla l’aderenza alla terapia, secondo quanto previsto dal decreto legge sulla Farmacia dei servizi nel quadro dei servizi sanitari di prossimità”. Lo studio ‘pilot’ è portato avanti in collaborazione con la facoltà di Farmacia dell’UMG di Catanzaro, in collaborazione con Ordine e Federfarma, iniziando dall’area centrale della Calabria e prevede il coinvolgimento di 30 farmacie con formazione del personale e rating sul periodo di 12 mesi.
“E’ innegabile che oggi ci sia un abuso di farmaci da banco contro il mal di testa – sottolinea il prof. Massimo Fresta dell’Università Magna Graecia – anche per via di tante possibilità di autocura attraverso l’e-commerce ma a discapito dell’efficacia terapeutica. I tempi sono maturi per una rete in grado di aggredire questa patologia ed i suoi insidiosi effetti”. Oltre alla svariata natura della cefalea mal di testa oggi è ricorrente persino il MOH (Medical Overuse Headache), cioè l’insidioso mal di testa causato da abuso di analgesici. Ma il percorso virtuoso, finalmente tracciato e approvato nelle sue fondamentali componenti, è ormai avviato. “Dopo tante iniziative che fanno capo alla rete cefalalgica regionale – ha detto il dott. Rosario Iannacchero, responsabile del Centro regionale per le cefalee presso l’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro – possiamo iniziare a monitorare un cospicuo gruppo di pazienti che afferiscono alle farmacie assumendo farmaci da banco. Da lì possiamo prenderli in carico ed assegnargli una terapia specifica e soggettiva per sradicare la patologia. Il sistema offre innumerevoli benefici – conclude il neurologo – perché oltre ad assicurare un nuovo benessere al paziente, diminuisce i costi dell’emigrazione sanitaria, quelli di mancata produttività sul lavoro e le file da codice bianco ai pronto soccorso. Inoltre si tratta di standard che grazie allo screening delle farmacie si potranno applicare anche su altri campioni di patologie croniche diffuse come diabete, Bpco (broncopneumopatia ostruttiva), scompenso cardiaco”.
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