Catanzaro. La mitologia greca "rivive" nei lavori degli studenti dell'Agraria detenuti nel carcere di Siano

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  05 luglio 2021 09:27

Oggetti di ceramica, gioielli disegni. Sono tanti e tutti belli i lavori realizzati  dagli studenti dell’indirizzo Liceo Artistico sezioni Oreficeria e Ceramiche, detenuti nella casa circondariale Ugo Caridi di Siano sotto la guida attenta di un corpo docente sensibile e preparato che è stato sempre vicino ad una utenza ancor più bisognosa rispetto agli altri studenti, magistralmente guidato dalla coordinatrice Gisella Gigliotti.

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Oltre ad una platea di insegnanti e cittadini, all’evento conclusivo hanno partecipato  Rita Elia, dirigente scolastico IIS V. Emanuele II Catanzaro; Angela Paravati, dirigente Casa Circondariale Ugo Caridi di Catanzaro e  Giuseppa Irrera, dirigente provveditorato Amministrazione  penitenziaria per la Calabria.

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Nel suo intervento introduttivo Rita Elia, nel porgere i saluti istituzionali, ha presentato il corso e ha sottolineato l’importanza dell’istruzione negli Istituti di pena. Si è complimentata con il corpo docente che ha saputo motivare gli studenti che, dal canto loro, hanno dimostrato una passione e una perizia non comuni.

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I lavori esposti in grande quantità nella sala convegni dell’Istituto Tecnico Agrario, infatti erano tutti di pregevole fattura, che dimostra un eccellente livello di apprendimento, frutto di un lavoro paziente, competente e appassionato di un corpo docente che ha saputo infondere saperi, conoscenze e competenze. Gli studenti hanno declinato i loro lavori utilizzando con disinvoltura le tecniche della trasformazione materica, della smaltatura e cottura della ceramica,  dei graffiti, dei disegni a carboncino e china e le tecniche di modellazione di metalli per la realizzazione di preziosi gioielli.

 

Il filo conduttore di tutti i lavori è stata la mitologia greca di cui la Calabria è stata protagonista a partire dall’8 secolo a.C., epoca in cui sbarcarono sulle nostre coste i primi coloni greci che fondarono la Magna Grecia, la cui cultura ha avuto e ha ancora grande influenza nella nostra vita.  Il lavoro didattico, dunque non è stato limitato alla laboratorialità ma ha coinvolto diverse discipline, tra cui storia e storia dell’arte.

  Angela Paravati ha rimarcato il fatto che nell’Istituto penitenziario, i detenuti perdono solo il diritto alla libertà ma tutti gli altri diritti sono costituzionalmente garantiti, come il diritto alla salute ed il diritto allo studio. E in un anno pur segnato da eventi luttuosi, la struttura penitenziaria ha fatto ogni sforzo per garantire agli studenti di poter coronare il sogno di poter seguire i corsi che al di là del significato didattico hanno il sapore di una speranza, quella che un giorno gli consentirà di potersi reinserire nella società.  Nell’Ugo Caridi non si è mai  persa di vista la funzione rieducativa che la casa circondariale pratica da sempre anche garantendo a tutti il diritto allo studio.

Giuseppa Irrera nel complimentarsi con docenti e studenti per gli ottimi lavori eseguiti ha stigmatizzato l’ottima sinergia tra la scuola e il Caridi, grazie alla collaborazione dei rispettivi dirigenti che hanno sempre anteposto il bene e gli interessi degli studenti e si augurata che questo lavoro intrapreso possa continuare proficuamente.

I lavori esposti, frutto di ingegno ma anche di evidente impegno hanno destato meraviglia e ammirazione nei visitatori della mostra appositamente allestita,  anche in relazione alle condizioni in cui sono stati realizzati e queste sensazioni hanno costituito motivo di orgoglio e gratificazione per i veri protagonisti che, non bisogna dimenticarlo, sono proprio quegli studenti che hanno dato vita a questo  evento dal titolo significativo “Liberi di Creare”.

La casa circondariale Ugo Caridi, ospita anche i corsi di agraria in media e alta sicurezza che fanno capo all’Istituto tecnico agrario che ne gestisce, attraverso i propri docenti, la didattica, in collaborazione con l’area educativa dell’Istituto di pena. 

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