di IACOPO PARISI
Una donna sale a bordo di un autobus urbano. Non ha un biglietto, ma una storia da raccontare. È Medea per strada, lo spettacolo itinerante messo in scena dalla compagnia pugliese Teatro dei Borgia, che trasforma un pullman elettrico in un inedito palcoscenico mobile. A condurre il pubblico – non più solo spettatore ma passeggero e attore – è Elena Cotugno, straordinaria interprete e coautrice del testo insieme a Fabrizio Sinisi e con la regia di Gianpiero Alighiero Borgia.
La sua Medea non vive a Corinto, ma tra i marciapiedi delle periferie europee. Nata tra Bucarest e la piccola Cocora, fugge dalla Romania di Ceausescu per cercare un futuro altrove, ma trova solo nuove forme di oppressione. Prima di arrivare in Italia, in Albania cade inconsapevolmente nelle mani di un pappone – un giovane attraente dai capelli rossi – del quale si innamora perdutamente e dal quale avrà due figli. Ma anche lui, come Giasone, finirà per abbandonarla.
La narrazione si sviluppa in due tempi emotivi ben distinti, in un preciso equilibrio tra leggerezza e tragedia. La prima parte del viaggio è coinvolgente e quasi comica: la Medea rumena intrattiene i passeggeri con aneddoti pungenti, uno storytelling vivace e diretto, in cui il pubblico risponde con risate, battute, partecipazione attiva. Ma è solo un velo. A poco a poco la maschera dell’intrattenimento si sgretola e affiora il mito, con tutta la sua inesorabile violenza.
La seconda parte dello spettacolo è un lento scivolare nel dramma. Il tono si abbassa, l’allegria si spegne, le parole diventano ferite. La leggenda greca si fonde con la realtà della tratta sessuale, delle donne sfruttate e invisibili, che troppo spesso non hanno voce. È lì che il teatro si trasforma in strumento di denuncia: la schiavitù sessuale, la povertà, la marginalità non sono più temi astratti ma esperienze vive, scolpite nella voce e nello sguardo della protagonista.
Proprio per la sua forza immersiva e l’impatto emotivo, lo spettacolo trova il suo spazio ideale nella rassegna “Sciò, il teatro fuori”, ideata dal direttore generale della Fondazione Politeama Settimio Pisano e realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti cittadina. Un progetto che ha il coraggio di portare il teatro fuori dalla sua “zona di comfort” e dentro i luoghi della vita quotidiana – come un autobus urbano – dove può sorprendere, colpire e, soprattutto, far riflettere. Una scommessa vinta, quando l’arte incontra la realtà e la trasforma in emozione condivisa.
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