"Ho letto con interesse quanto ha scritto di recente, rivista Il Mulino, il prof. Domenico Cersosimo, da importante economista e da calabrese impegnato in politica e nel sociale, offre ancora una volta riflessioni e considerazioni sulle condizioni della Calabria, che meritano ogni attenzione. Cersosimo continua a fornire contributi di qualità al dibattito politico/economico e culturale sui temi più significativi che riguardano, direi attanagliano, la nostra Regione.
Gli argomenti trattati, purtroppo, raramente sono affrontati da altri in Calabria; brillano per assenza soprattutto gli esponenti politici e le istituzioni elettive, per primo la Regione. La politica calabrese si “espone” solo per vie generali, più spesso per quelle generiche, e sempre sostanzialmente inutili rispetto alle necessità. Mai chiare riflessioni di merito con scelte politiche, economiche e sociali conseguenziali, concrete per la soluzione del problema Calabria. Sono accorgimenti tattici, ben ponderati, tali da potere essere spiegati a chiunque per non contrariare e ottenere il consenso, ovviamente altrettanto sul nulla. Chi si espone davvero con precise scelte, si colloca e offre, invece, alle valutazioni critiche più diverse il proprio pensiero: si schiera e selezione il consenso. La mediocre, e pertanto “inesistente” classe politica calabrese giammai si offre a queste “pericolose” possibilità. Infatti, quasi sempre, ripeto, si caratterizza per la genericità delle elaborazioni e le conseguenziali inconcludenze. Le loro scelte/non scelte di soluzioni sulle questioni di fondo che penalizzano le possibilità di riscatto della Calabria scivolano come acqua sul marmo su ogni tavolo decisionale, anche in Italia e in Europa.
Fa bene Marcello Furriolo, col Suo intervento di merito su quanto ha scritto Cersosimo, a evidenziare la pochezza della politica calabrese e nazionale, soprattutto nell’ultimo trentennio, quali cause prime d’impedimento alla ripresa di questa nostra Regione. Anche il Suo suggerimento di recuperare ed approfondire le analisi e le proposte di insigni studiosi delle problematiche del Sud e della Calabria, quale il prof. Luca Addante, aiuterebbero molto il percorso di scelta. Condivido anche la proposta di Cersosimo di recuperare rapidamente gli studi e le proposte concernenti la strategia nazionale per le aree interne, (Snai) promossa da Fabrizio Barca, la Calabria ne è particolarmente interessata. Mi permetto d’invitare a un recupero della bibliografia concernente la “Questione Meridionale”, a molti non farebbe male.
Le riflessioni di Cersosimo, una pietra nello stagno, per come ho già scritto, meritano l’approfondimento che la “Questione Calabria”, di questo si tratta, richiede.
Le problematiche elencate dal prof. Cersosimo, in verità tante e complesse nella loro corposità, anche di storica memoria, ripropongono, infatti, l’attualità politica e sociale della “Questione Meridionale”: la Calabria ne è parte ragguardevole.
Il Sud Italia mantiene una specificità, pur nelle diversità territoriali, che la rende questione di valore nazionale ed europeo: le problematiche del Sud e della Calabria non sono state superate nel grande mare della globalizzazione, tutt’altro, ma offerti a una nuova lettura e a soluzioni innovative. Forse, come scrive Cersosimo, la Calabria potrebbe essere la candidata ideale a “luogo prioritario di sperimentazione sociale e produttiva a scala nazionale”.
Bisognerà lavorare per realizzare una Calabria diversa da quella percepita negativamente, certo attraverso stereotipi, ma anche quale concreta verità e quale grave problema. La percezione negativa che, anche appositamente alimentata, hanno gli italiani, a tutti i livelli, e anche all’interno della stessa regione, della situazione sociale, economica e della criminalità della Calabria, è ritenuta irrecuperabile.
Scrive Cersosimo: “Una società che si occulta verso il basso e verso l’alto. In basso per nascondere redditi, occupati, prestazioni professionali, per sottofatturare ed evitare tasse e tributi o per non perdere benefici fiscali, bonus, incentivi, servizi di Welfare. In alto per mantenere produzioni e fatturati sotto il potenziale e svilire lo stesso successo imprenditoriale per evitare che il giorno dopo bussi alla porta “l’uomo nero” del racket o dell’offerta di protezione mafiosa”. Gravi e importanti affermazioni, che racchiudono un forte dolore e una disperazione.
Ma non è così, non è in buona parte così. La Calabria dei tanti, tantissimi che s’impegnano ogni giorno con onestà, nel lavoro, nei servizi al prossimo, chiede di essere chiamata all’impegno per il riscatto. Chiede Politica importante, idee, scelte, speranza, progetti; chiede recupero di qualità e autorevolezza, innanzitutto alle assise elettive.
Chi lo deve fare? Chi deve invertire la rotta se non per primo i partiti politici, per il ruolo che gli affida la Costituzione? Ma qui si riscontra la prima grande difficoltà: i partiti non ci sono più, sono non più luoghi di pensiero concreto, del fare politica, sono “liquidi”. Sono diventati il nome di un leader su un simbolo. Tanti, da tanto tempo, non svolgono riunioni degli organismi nazionali, regionali, provinciali. E chi lo fa, quasi sempre è il PD, in particolare a livello nazionale, ma in riunioni difficili sul piano dell’elaborazione politica: è in cerca d’identità.
Recuperiamo, se ne avverte la necessità, la qualità altissima dei partiti della Prima Repubblica, realizzandola nel nuovo contesto di questo secolo, lasciando, ovviamente, alla storia, con le dovute correzioni oggi indispensabile, ogni degenerazione ed implosione che ha segnato fasi del loro divenire.
Chiudiamo, però, questa fase, precaria che dura da troppo, della non politica per avviare una nuova ed esaltante pagina democratica governata dai principi e dai dettami della Costituzione.
La Calabria ha le qualità intellettuali, professionali e politiche, sempre che li si voglia mettere in campo, chiudendo con la mediocrità e il basso opportunismo, per avviare il riscatto di questa nostra bellissima terra, nell’ambito di un progetto Italia coeso con quello Europeo. C’è, sicuramente, bisogno in Calabria di un contributo esterno, non da nuovi colonizzatori o presuntuosi decisionisti su questioni che poco conoscono, ma a sostegno alle scelte fatte dalla Calabria.
È importante, ritengo, che a seguito dello scritto di Cersosimo si sviluppi un dibattitto, anche e soprattutto sulle singole questioni, tutte molte importanti, e che meritano particolari approfondimenti, nell’ambito di una consapevolezza ampia della questione Calabria".
Sabatino Nicola Ventura
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736