Catanzaro, l'Accademia delle Belle arti "ospita“ Ci vediamo #daMargherita: una manifestazione per la città

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Da sinistra: Borelli, Bullotta

Ospite Andrea Borelli, autore del libro “Nella Russia di Putin"

  15 giugno 2023 09:32

di CARLO MIGNOLLI

L’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro ha ospitato la giornata inaugurale della manifestazione "Ci vediamo #daMargherita"Luca Granato, studente proprio dell’Aba Catanzaro, ha illustrato ai presenti la sua mostra “Luogo di memorie”, allestita proprio nell’Accademia e visitabile fino a novembre.

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Successivamente Salvatore Bullotta ha condotto un vivace dibattito con lo scrittore Andrea Borelli, autore del libro “Nella Russia di Putin" che affronta le tappe della costruzione dell’identità geopolitica russa, interrogandosi sulla solidità e sulle eredità del putinismo.

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Il libro affronta il contesto politico della Russia contemporanea, concentrandosi sul ruolo di Vladimir Putin e sul suo progetto geopolitico e identitario di tipo imperiale. L'autore analizza come l'invasione dell'Ucraina nel 2022 sia un ulteriore sviluppo della guerra iniziata nel 2014 con l'occupazione della Crimea e il sostegno ai separatisti del Donbass. Questa mossa è vista come parte di una strategia neostalinista per far tornare la Russia al centro della scena globale, consolidando una "fortezza russa" attraverso un regime illiberale che utilizza politiche da grande potenza e un controllo autoritario della società. Il libro di Borelli esplora le tappe della costruzione di quest'identità geopolitica russa e si interroga sulla solidità del putinismo, oltre a chiedersi quali eredità lascerà ai russi anche dopo l'uscita di scena di Putin. Si sottolinea come Putin si ispiri al periodo zarista e come molti elementi di leadership introdotti durante il suo lungo periodo di potere siano ben descritti dall'autore.

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Salvatore Bullotta, nel corso del dialogo con l'autore, afferma che il libro solleva molte domande e riflessioni sulla figura di Putin. Lo stesso evidenzia come Putin, pur essendo un leader del XXI secolo, si ispiri al periodo zarista e come cerchi di proporre un'immagine non più negativa del leader Stalin. Si fa riferimento al ruolo dell'opinione pubblica e all'influenza che essa subisce, con particolare attenzione all'offerta cinematografica. Bullotta ritiene che il libro fornisca una buona esposizione degli strumenti di leadership utilizzati da Putin nel corso degli anni.

Andrea Borelli confessa di aver posto a se stesso diverse domande nel corso della stesura del testo. Si chiede su quali basi Putin abbia costruito il suo potere e sostiene che l’influenza dell'URSS come Impero sia fondamentale in questo contesto. Secondo Borelli, Putin ha assorbito la cultura politica dell'Unione Sovietica e ha utilizzato strumenti che aveva già conosciuto in quanto ex ufficiale dei servizi segreti. L'autore sottolinea come Putin riproponga alcuni tratti tipici del regime di Stalin come la repressione del dissenso.

Il testo analizza il progetto geopolitico e identitario di tipo imperiale di Putin, le eredità dell'Unione Sovietica e le influenze che esse hanno sulla Russia contemporanea. Inoltre, vengono sottolineati gli strumenti di leadership utilizzati da Putin e il suo tentativo di riproporre tratti caratteristici del regime stalinista.

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