di MARCO VALLONE
E' notizia di recente fattura quella secondo la quale le concessioni balneari in scadenza a fine anno verranno prorogate fino al 30 settembre 2027. Per “ragioni oggettive”, ad ogni modo, tale scadenza potrà subire un'ulteriore deroga fino al 31 Marzo 2028. Oltretutto, secondo il nuovo decreto sul tema varato dal Governo, le gare per l'assegnazione delle concessioni dovranno essere avviate entro giugno 2027.
La durata delle nuove concessioni sarà compresa in una cornice che andrà da un minimo di 5 anni a un massimo di 20 anni, con l'obiettivo di garantire, nelle intenzioni di Palazzo Chigi, al concessionario la possibilità di ammortizzare gli investimenti effettuati. Tra i criteri per aggiudicarsi le concessioni si segnala quello dell'assunzione dei lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da questo impiego la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, ed un indennizzo per i gestori uscenti di cui si dovrà far carico il concessionario subentrante, pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati, e all'equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni.
Dell'introduzione di queste novità abbiamo avuto modo di discutere con alcuni degli attuali titolari di concessioni balneari a Catanzaro, che hanno espresso la propria opinione in merito.
Roberto Mirabelli, tra i gestori del Lido del Sole nel quartiere Giovino, ha ad esempio sottolineato uno degli ulteriori nodi della questione: “E' vero che ci saranno queste novità. Però il problema di cui non si parla è che i Comuni, e questo vale per tutta Italia e non solo a Catanzaro, potrebbero benissimo dire che da domani partono le gare. Lo possono fare, nessuno gli può dire nulla. Per cui siamo molto arrabbiati per questa cosa perché se il Comune è d'accordo ad aspettare fino al 2027, noi abbiamo altri 3 anni di concessione. Ma se decide che a fine 2024 si parte con le gare siamo rovinati, perché le procedure di gara partiranno subito. Senza indennizzo e senza nulla. E' un esproprio di Stato secondo me, e questo non va bene”. Per quanto concerne la possibilità di un indennizzo per i gestori uscenti, prevista dal decreto, Mirabelli ha espresso perplessità, indicando come l'indennizzo sia legato “semplicemente alla rimanenza dell'ammortamento, non al valore reale dell'attività. A me lo Stato ha dato la spiaggia, benissimo: tutto quello che c'è sopra è mio, ha un valore. Perché lo devo regalare al primo che passa? Questo ancora non l'ho capito: me lo spieghino la signora Meloni e company”.
Anna De Fazio, titolare del Lido De Fazio m.c. Beach, ha affermato come la tematica riguardi “principalmente le concessioni esistenti, ovverosia quelle che sono nate prima che nascesse la Comunità Europea. Quando lo Stato ci invogliava a prendere questi lotti, questi pezzi di spiaggia, per ripulirli e renderli produttivi, dando servizi. Perché noi su questi lotti non ci abbiamo fatto la villa personale: abbiamo costruito delle attività, delle imprese, per dare servizi a tutti. Fino a un certo punto lo Stato ci ha stimolato a dare sempre più servizi, a fare sempre meglio, con la contropartita in relazione alla quale più servizi riuscivamo a garantire, più saremmo stati tranquilli nel fatto che ci sarebbe stata lasciata la concessione. Non è che noi vogliamo accaparrarci la concessione vita natural durante, è chiaro. C'è l'Europa, le regole sono cambiate, e purtroppo per noi le regole sono cambiate in corsa. Perché noi abbiamo avuto accesso alle concessioni con una normativa completamente diversa. Ora non è che non ci vogliamo adeguare: se c'è l'Europa, per carità, ben venga. Non siamo antieuropeisti, ci mancherebbe. Però, d'altro canto, mettetevi nei nostri panni: cosa ne facciamo noi di tutte queste strutture, di tutte queste attività, che abbiamo coltivato per anni, per decenni? Pensi che la nostra attività ha superato i 60 anni”.
“Oggi – ha proseguito la titolare del Lido De Fazio m.c. Beach –, se io dovessi prendere una concessione, saprei che dopo 6 anni, o qualcuno in più al massimo, dovrei rimetterla in gioco. E allora mi regolerei su quello che dovrei fare. Ieri non era così, era completamente diverso. E comunque noi diamo servizi non solo ai nostri clienti, ma anche agli utenti delle spiagge di libera balneazione. Vedi, ad esempio, il salvataggio o i servizi igienici. Cioè, siamo comunque un rifugio, non abbiamo mai mandato via nessuno. Qualcuno potrebbe dire che “sì, però siete obbligati a lasciare il passaggio”. Per carità, ben venga: personalmente lo facevamo anche prima che ci fosse l'obbligo. Cioè, chi voleva andare nella spiaggia libera, tranquillamente poteva passare nella concessione a noi intitolata oppure nella nostra struttura. Nell'arco di questi anni, ad ogni modo – ha continuato Anna De Fazio – abbiamo raccolto tante gratificazioni anche da parte di chi non prendeva l'ombrellone da noi. Però, se non si rimane dentro questo ambiente, è difficile dall'esterno valutare alcune situazioni. E' chiaro: c'è anche l'aspetto affettivo, ci abbiamo creduto, qui hanno iniziato i nostri genitori. Io stessa ho fatto una scelta di lavoro: sarei potuta andare ad insegnare però ho pensato che, visto che c'era l'attività, un lavoro avrei dovuto fare. Oggi però vedo che domani non saprò che fine farò, visto che è tutto indefinito e indeterminato. Questo nuovo decreto non è il massimo, però è già tanto che se ne parli. E' quello che stiamo chiedendo: bisogna definire questa situazione perché non può rimanere più così aleatoria. Abbiamo necessità di una legge che garantisca sia noi che i nuovi perché, insomma, bisogna trovare una via mediana, la quadra. Non è giusto pretendere da noi l'azzeramento, così come se nulla fosse. Come se si potesse dire 'cambiamo pagina, e arrivederci e grazie' “. Relativamente alla possibilità di un indennizzo prefigurata dal decreto, De Fazio ha evidenziato come “potrebbe anche essere che ci sia, però non possiamo buttare alle ortiche anni di lavoro e di investimenti anche: mettetevi nei nostri panni!”
Infine Ambrogio Chiaravalloti, titolare del lido Eolo sito nel quartiere Giovino, ha affermato come si stia aspettando di comprendere come in definitiva sarà normata la materia, in modo tale da capire se sarà possibile “programmare le estati successive. Il decreto legge dovrà ancora passare in Parlamento, e quindi quella di cui si parla è una normativa provvisoria. Oltretutto si è data molta discrezionalità ai Comuni, che possono anticipare i bandi, oppure posticiparli fino al 2028. Quindi, come dire... Non si possono fare investimenti! A me non è piaciuta come norma perché ci lascia un po' interdetti: non possiamo né investire, né programmare. E niente, è come un'agonia mortale insomma – ha affermato, sorridendo, il titolare del lido Eolo -. E quindi stiamo aspettando una definizione più chiara: vediamo il Parlamento cosa dice, ecco. Perché poi è il Parlamento che definisce: siamo sempre una Repubblica parlamentare noi! Ora c'è la crisi al Comune a Catanzaro, e quindi non so come sia il futuro... Però noi qua, in Calabria, secondo me il problema andava regionalizzato. Perché la Liguria ha dei problemi, la Calabria ha altre situazioni, e la Puglia altre ancora. Dovevano dare discrezionalità alle Regioni, dal mio punto di vista, per stabilire alcune cose: non hanno fatto questa cosa, che io invece mi aspettavo. Perché poi ogni Regione potrebbe normare in base alle esigenze del proprio territorio. Questo è stato un grosso errore a mio modo di vedere. Io mi auguro che le imprese familiari vengano tutelate, anche perché i miei figli non hanno molte altre fonti di reddito: ormai son tutti precari! Qui si trova o un part time, oppure i lavori a chiamata. Quindi, come dire, lo stabilimento balneare, essendo noi qua da 30 anni... Qua prima era una discarica: Giovino la abbiamo fatta noi imprenditori balneari. Adesso è appetibile Giovino, ma la polvere ce la siamo mangiata noi! Quindi io non dico di essere ottimista, però mi son scocciato di pensare, perché ci hanno un po' logorato queste cose sulle concessioni balneari. Ci hanno logorato moltissimo”.
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