di MARCO VALLONE
“Attraverso il mio libro vorrei che i lettori, e soprattutto le nuove generazioni, percepissero questo messaggio: nella vita, qualsiasi cosa accada, niente è perduto. Si può sempre trovare una soluzione. C'è un rimedio, sempre e comunque”. Parole chiare quelle di Maria Marasco, poliziotta purtroppo vittima di un incendio scoppiato nella Questura di Catanzaro il 14 novembre del 1991, successivamente al sequestro di materiale pirotecnico. L'esplosione ha lasciato segni importanti nella vita di Maria Marasco e di altri due poliziotti.
Ed è da questa difficile esperienza che nasce un libro, “Ricchi di povertà”, che l'autrice ha presentato questo pomeriggio all'apertura della rassegna “Libri e Bollicine”, ideata da Salvatore Sangiuliano e dalla sua agenzia Annozero Eventi. Questo primo appuntamento, come accadrà anche per gli altri che seguiranno, si è svolto nella Galleria della Libreria Giunti, all'interno del Centro Commerciale “Le Fontane” a Catanzaro. Hanno presenziato all'evento, moderato da Rita Scarfone (che, durante l'evento, ha proposto anche lettura di alcuni estratti dell'opera), non solo l'autrice, ma anche Marisa Manzini, magistrato che ha tenuto a curare la prefazione del libro, ed alcuni poliziotti, tra cui Giuseppe Brugnano, Segretario Nazionale del Sindacato della Polizia di Stato FSP.
“Sono stata vittima di un'esplosione di polvere da sparo nel '91, insieme ad altri due colleghi: Sergio e Giovanni, che saluto” - ha affermato ancora l'autrice del libro, Maria Marasco - “Ho deciso di scrivere questo libro principalmente per me stessa, perché non c'era l'intenzione di pubblicarlo inizialmente. Però poi, per una serie di occasioni, ho deciso di pubblicarlo e di raccontare quella che è stata la mia storia, e il mio vissuto. Ho cercato di trovare il coraggio dentro di me, con l'aiuto della famiglia, degli amici e dei colleghi. E adesso posso dire di avercela fatta”. Dopo aver ringraziato pubblicamente l'ispettore che, dopo l'esplosione, la portò in ospedale, Maria Marasco ha precisato come “il titolo del libro 'Ricchi di povertà' nasce da quanto ho vissuto in diversi anni di ricoveri in Italia e all'estero”, durante i quali è stata costretta ad essere sottoposta a molti interventi chirurgici. “E' stato difficile, compresi di aver perso quello che avevo. Ed ero una ragazza di soli 24 anni. Ho subito delle sofferenze disumane, perché in quegli anni la sanità pubblica non funzionava, come peraltro spesso accade anche adesso. Mi sono accorta di aver vissuto in uno stato di dolore, perdizione, sofferenza. Nessuno poteva aiutarci. Ed allora, però, ho realizzato che la povertà, non solo economica, ma anche la solitudine e la disperazione di quei momenti, mi hanno portato oggi a sentirmi ricca. Ho cominciato adesso ad apprezzare le cose che prima disprezzavo. In qualche modo la povertà è diventata ricchezza, interpretando evidentemente questa parola in un modo diverso da quello in cui normalmente siamo abituati a pensare”.
La magistrato Marisa Manzini, che ha curato la prefazione del libro, dal canto suo ha precisato come la sua conoscenza con l'autrice sia ormai di lungo corso: “Conosco Maria Marasco ormai da parecchio tempo, e la conosco come persona con una grande forza e un grande coraggio. E' una poliziotta, e dico che lo è ancora (anche se adesso non è più attiva sul campo) perché forse non si finisce mai di fare parte della Polizia di Stato. Lei ha dimostrato, con questo libro, un grande coraggio: quello di tirare fuori le emozioni e la paura che ha vissuto in periodo molto importante della sua vita, quando era ancora molto giovane. Un periodo in cui è stata vittima di una situazione gravissima che si è creata all'interno della Questura di Catanzaro. Vittima di un incidente che l'ha portata a subire, anche, una serie di interventi difficili da affrontare. E' riuscita, malgrado tutta la sofferenza, a proseguire la sua esistenza, diventando una donna forte, una madre di 3 ragazzi. E quindi credo che raccontare la sua storia sia importante per tutti, perché ci fa capire come anche dalle avversità più terribili si possa riuscire ad uscirne, e ci fa capire come sia forte il suo attaccamento alle istituzioni. Lei ha subito, perché svolgeva la funzione di poliziotta all'interno della Questura, ed è riuscita con il coraggio dimostrato a superare questa situazione. E' diventata, oltretutto, socia di un'associazione a cui sono molto legata, vale a dire la Fervicredo (Associazione Feriti e Vittime della Criminalità e del Dovere). Tutti questi presupposti mi hanno portato a voler scrivere per lei una prefazione, che ho ritenuto veramente doverosa”.
Infine Giuseppe Brugnano (FSP) ha ricordato come personalmente all'inizio visse indirettamente la vicenda di Maria Marasco, nel 1991: “Fu un episodio che scosse l'intera città. Conobbi Maria l'estate successiva, insieme al suo ragazzo Totò, e ad un altro collega che rimase coinvolto nell'esplosione. Dal primo secondo ricordo quella vicenda, anche se all'epoca non conoscevo ancora Maria. Non vedere la partecipazione di alcuni colleghi a questi eventi mi fa incazzare. Perché, quando Maria dice di essere stata abbandonata, in un certo momento, dalla sua amministrazione, dice il vero”. Brugnano si è riferito ad alcune precedenti affermazioni dell'autrice del libro, che aveva parlato di “un'amministrazione assente, apatica” in quella fase della sua vita. Un esempio dirimente fatto è stato quello relativo ad una richiesta di rimborso per le spese mediche sostenute. “Il Ministero, mentre io ero ancora ferita e dolorante, disse che non poteva esserci un rimborso perché la richiesta non era stata fatta entro 30 giorni”.
Bisogna anche precisare, però, come l'autrice del libro “Ricchi di povertà” abbia voluto invece sinceramente elogiare la figura dell'attuale questore, Paolo Sirna, che, successivamente al suo insediamento, “dopo 33 anni ci ha invitati alla festa della polizia. Deve essere un uomo di altri tempi, lo ringrazio molto. Sono stata felicissima di trascorrere quella giornata con i miei colleghi” ha terminato il suo intervento, commossa, Maria Marasco.
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