Gli addetti ai lavori sanno bene che la madre di tutti i problemi dell’agricoltura è il ripristino della fertilità dei suoli che si determina per l’impoverimento della sostanza organica che seguendo un flusso energetico, viene asportata dal terreno con la raccolta dei frutti della terra e non viene adeguatamente restituita
La diminuzione di sostanza organica ha come effetto immediato la riduzione della fertilità dei suoli comportando, nel medio periodo, una maggiore richiesta di input energetici ed economici (fertilizzanti, irrigazioni, controllo delle avversità) e una progressiva riduzione della produttività; nel lungo periodo, il declino della qualità del suolo causa l'irreversibilità del processo, evidenziata dall'aumento dell'incidenza dei fenomeni di erosione e desertificazione.
Sulla base di quest’inconfutabile considerazione, suffragata da evidenze scientifiche, il prof. Alberto Carpino docente dell’istituto Tecnico Agrario si è reso promotore, insieme al Dott. Agronomo Maurizio Agostino, responsabile per la Calabria di CSQA, di un importante incontro tecnico scientifico dal titolo Rigenerazione organica dei suoli agricoli.
All’incontro aperto dalla Dirigente scolastica Rita Elia sempre aperta all’innovazione sono stati invitati non solo ai docenti Agronomi, Biologi, Chimici e Forestali dell’Istituto Tecnico Agrario ma anche ad esperti del settore, hanno partecipato gli agronomi Manolo Pasini, Imprenditore agricolo, Mario Maiorana, Imprenditore agricolo, Giuseppe Tallarico esperto in Permacoltura, Francesco Costanzo, Graziella Catrambone, Anna Fregola, Nunzia Sganga, Giovanni Silipo, Salvatore Bianco, il dott. Alfredo Marchese Direttore dell’O.P. Esperia di Catanzaro che associa tra i più importanti imprenditori agricoli della Provincia di Catanzaro.
Tra i partecipanti molti ex studenti dell’Istituto Tecnico Agrario Vittorio Emanuele II, oggi professionisti di primo piano nel panorama agronomico della Regione.
L’incontro è servito non solo a fare il punto sullo stato dell’arte delle tematiche in discussione ma soprattutto quello di mettere a punto tecniche per migliorare il contenuto e la stabilità (sequestro) della sostanza organica dei suoli agrari, attraverso l'adozione di pratiche sostenibili sotto l'aspetto ambientale ed economico. L'incremento di sostanza organica è basato sull'apporto di compost di alta qualità, ottenuto dalla riutilizzazione degli scarti e dei sottoprodotti derivanti dalle attività agricole presenti nel territorio con il doppio vantaggio di ridurne il trattamento come rifiuti e allo stesso tempo di conferire a questi materiali un valore aggiunto economico-ambientale legato alla possibilità di ripristinare e migliorare la quantità e la qualità della sostanza organica nei suoli agrari.
L’Istituto Agrario che ha voluto organizzare l’evento ha come imperativo l’innalzamento del livello della didattica con l’introduzione, di metodologie che prevedano la sperimentazione di pratiche che hanno superato il vaglio della ricerca e che sono ormai mature per essere applicate su larga scala.
Innanzi tutto si è discusso di come valutare le modifiche subite dal suolo per effetto dei cambiamenti adottati nella conduzione delle pratiche più impattanti (lavorazioni, irrigazione, gestione della sostanza organica) anche attraverso operazioni empiriche anche tramite la semplice osservazione visiva e il tatto, che consentono di valutare la sostenibilità delle tecniche colturali adottate, la necessità o meno di apportare correzioni e induce l’agricoltore ad essere consapevole dell’importanza di conoscere il grado di qualità fisica e biologica del proprio suolo. Allo scopo, a tutti i partecipanti è stato fornito un manuale di Valutazione dei suoli realizzato con il progetto LIFE CarbOnFarm che si inserisce nell'ambito del programma di finanziamenti europei LIFE+, attraverso i quali l'UE supporta le iniziative di salvaguardia dell'ambiente e del territorio.
Successivamente si è discusso delle tecniche di preparazione del BIOCOMPOST, sull’adozione di tecnologie di produzione ed utilizzo, in azienda, del compost e del tè di compost.
La produzione di compost prodotti con queste tecnologie, alla portata di tutti e assolutamente replicabili da tutti e anche su larga scala, sono stati caratterizzati dal punto di vista chimico, microbiologico e delle proprietà di soppressività verso alcune malattie fungine di specie orticole coltivate in biologico di cui sono state valutate positivamente la produttività
Si è discusso di come monitorare, nel tempo, la qualità della sostanza organica interrata, la fertilità biologica del suolo e il rilascio dei nitrati nel terreno.
L’intento è quello di mettere a punto un sistema di produzione di tè di compost, opportunamente caratterizzati e valutati per l’efficacia nel controllo di malattie telluriche fungine e per la biostimolazione della produttività e difesa delle colture.
Per questi motivi nel mese di maggio nell’azienda agricola della scuola Agraria si darà avvio ad un progetto di sperimentazione sulle colture in atto al quale prenderanno parte tutti i tecnici scolastici con la supervisione del Dott. Maurizio Agostino che ha già maturato una significativa esperienza nel settore dell’autoproduzione di tè di compost e utti i risultati del progetto saranno divulgati nel corso di convegni e seminari, oltre che mediante sopralluoghi aziendali, per i quali si attende una ottima risposta da parte degli operatori del settore agricolo.
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