di GAETANO MARCO GIAIMO
"Se riusciamo ad adottare ognuno un elettore e portare la gente alle urne, possiamo vincere assieme: la nostra passione e la nostra determinazione ci porteranno a fare qualcosa di bello per la Calabria". Così il segretario provinciale del Partito Democratico, Gregorio Gallello, ha terminato il suo intervento in chiusura dell'incontro pubblico con i candidati e le candidate del PD al Consiglio regionale della Calabria che si è tenuto questo pomeriggio all'esterno del Mignon Bar di Corso Mazzini a Catanzaro. L'iniziativa, promossa dai circoli del PD del capoluogo, ha rappresentato un importante momento di confronto, ascolto e partecipazione con la cittadinanza ed è stata pensata per offrire a cittadini, simpatizzanti ed elettori un'occasione diretta per conoscere le proposte ed il programma del Partito Democratico, che vede nel dialogo con l'elettorato uno dei punti cardine di questa campagna elettorale. Al tavolo di discussione erano presenti le candidate Giusy Iemma, vicesindaca di Catanzaro, Amalia Bruni, consigliera regionale, ed Elizabeth Sacco, sindaca di Borgia: l'unico assente, tra i candidati provenienti dalla provincia di Catanzaro, è stato Ernesto Alecci, consigliere regionale.
Ad introdurre gli interventi delle candidate è stato lo stesso Gallello, che ha voluto sottolineare la sua richiesta di dimissioni per il Presidente della Provincia, Mario Amedeo Mormile, e per il consigliere comunale Eugenio Riccio in seguito a uno scambio di battute infelici avvenuto tra i due sui social. La parola è poi passata a Giusy Iemma: "Il PD per questa tornata elettorale ha messo in campo donne e uomini con diverse esperienze e sensibilità, tutti uniti verso un unico obiettivo: mandare via questo centrodestra che si accanisce sui poveri e gli indifesi. Oggi siamo qui per dire che non siamo tutti uguali: la sinistra è fatta di idee e valori. Siamo una comunità in cammino che in poco tempo ha messo assieme un campo largo che sostiene la candidatura di Pasquale Tridico a presidente per gli uomini e le donne che credono nel riscatto di questa terra. Vogliamo governare la Calabria perché questa terra può dare tanto ai giovani, è ricca di risorse e potenzialità inespresse ma in questo momento affronta sfide complesse. Noi ci siamo candidati per restituire il futuro a questa regione e alimentare la speranza, mentre la destra, sia qui che altrove, non fa altro che negare i diritti, soffocare la partecipazione democratica e negare lo Stato come garante primo delle libertà fondamentali di uomini e donne. Il diritto alla sanità è uno dei punti cardine del nostro programma: malgrado le disponibilità dell'Europa, la medicina territoriale in Calabria non è decollata, probabilmente per interessi economici. I giovani che vanno via sono un'altra tematica che vogliamo affrontare, perché va di pari passo con lo spopolamento. Non tralasceremo l'attenzione ai diritti civili perché non c'è diversità che deve essere stigmatizzata, tutti abbiamo un contributo da dare alla nostra comunità. Le pari opportunità sembrano essere sparite dall'agenda di questo governo regionale: ci sono vuoti vergognosi nei confronti delle donne e delle imprese sociali. L'università deve dare risposte al territorio e dobbiamo favorire l'internazionalizzazione, garantendo i servizi come fatto da De Luca in Campania. Il 5 e 6 ottobre abbiamo la possibilità di cambiare le sorti di questa città capoluogo di regione per dare un nuovo destino ai nostri giovani, ai quali possiamo regalare la speranza di un futuro migliore e nel quale possano scegliere se restare o andare via, costruendo assieme, dal basso, con responsabilità e con coraggio".
L'intervento successivo è stato di Amalia Bruni: "Questi due mesi sono stati una corsa pazzesca in cui ognuno di noi si è rimboccato le maniche per uscire dall'angolo in cui Mister presidente-imperatore Occhiuto ha provato a chiuderci, senza riuscirci. Abbiamo trovato un candidato presidente di livello altissimo, una persona in grado di rapportarsi con gli esseri umani, creando una coalizione larga. Ci è stato detto che in questi quattro anni non si è sentita l'opposizione, ma la maggioranza - e in particolare il presidente - hanno comprato televisione e stampa, facendo in modo che ogni nostro contenuto venisse sotterrato dopo un'ora, dunque le persone non sanno le battaglie che abbiamo condotto in Consiglio Regionale: le sedute però sono registrate e pubbliche, basterebbe andarle a rivedere per comprendere l'andazzo di certe situazioni. Occhiuto si è comportato da imperatore quale vorrebbe essere, svuotando di qualsiasi tipo di esercizio di democrazia le sue scelte. Quando poteva mettere in mostra le grandi capacità che dice di avere, utilizzando i fondi del Pnrr, ha realizzato 0 tra ospedali e case di comunità, spendendo il 5% delle risorse a sua disposizione, perdendo questa ennesima occasione per la nostra terra. L'84% del bilancio regionale è investito sulla sanità e lavorare in quella direzione significa riprendere l'economia. Il lavoro da fare è enorme e sta a noi cittadini rivendicare i nostri diritti e assumerci le nostre responsabilità, andando a votare persone capaci, competenti, con esperienza, che hanno voglia e gratuità nell'agire, concetto che oggi sembra sparito dalla politica: se non facciamo il bene della collettività, tanto vale stare a casa".
Elisabeth Sacco ha fornito il suo contributo: "Le donne nelle liste del Partito Democratico sono tutte competenti, non si tratta di candidature di servizio. Rispetto a quattro anni fa partiamo da un punto di vista diverso, grazia a una sopraggiunta compattezza territoriale, come dimostra il supporto al presidente Tridico per unire il centrosinistra verso la vittoria. La campagna elettorale mai come in questo periodo si è incentrata su prove di forza: si nota, però, l'assenza di idee del centrodestra. Occhiuto ha avuto quattro anni prima e avrebbe avuto un altro anno poi per portare a termine i progetti che adesso sta proponendo: si lamenta di aver trovato muro dal punto di vista amministrativo e poi ha ricattato moralmente i dirigenti e si ripresenta con la stessa squadra che aveva già in Consiglio Regionale. Mettiamo le cose in chiaro: lui si è dimesso perché sa che tra un anno non sarebbe stato il candidato del centrodestra e avrebbe avuto possibilità nulle di accaparrarsi una poltrona al Parlamento Europeo. I suoi spot elettorali sono lontani dalla realtà dei territori, che hanno difficoltà enormi per quanto riguarda la sanità e le strade. Per quanto riguarda Catanzaro, è proprio da qui che deve partire in primis l'indignazione: i cittadini del capoluogo dovrebbero essere risentiti non solo per come il centrodestra ha svenduto la Calabria a livello nazionale, ma anche per come i rappresentanti locali hanno fatto lo stesso con la città ad un presidente accentratore che tutto vuole meno che valorizzarla. Prima chiediamoci dove sono gli investimenti sulle infrastrutture e sui servizi primari, poi forse penseremo anche noi al Ponte sullo Stretto, se rimangono tempo e risorse. Il PD può essere il partito trainante di questa coalizione molto unita nell'obiettivo di dare alla Calabria un presidente degno di questa regione".
Gallello ha poi dato i saluti finali: "In questi tre anni abbiamo visto come il centrodestra ha trattato Catanzaro, con tutti i furti che ha subito questa città a livello sanitario e di autorevolezza. Vedere ancora persone che si presentano col centrodestra chiedendo voti al capoluogo è paradossale e dovrebbe far pensare: ci troviamo davanti a chi pur di mantenere la propria postazione ha smesso di tutelare questa città. Le battaglie che andremo a condurre in questi giorni sono importanti perché per noi è importante essere comunità, mentre l'individualismo è il loro vero programma. L'autonomia differenziata è una riforma scellerata che mette in campo in maniera viva questo ideale, negando il principio di sussidiarietà e davanti alla quale dobbiamo ribellarci dando un segnale chiaro alle urne. La sinistra che non si occupa di diritti non è sinistra. L'invito che voglio farvi è a non scoraggiarvi perché c'è un progetto per far sì che gli oltre 20000 under 35 andati via negli ultimi quattro anni abbiano la possibilità di scegliere di tornare e avere un futuro nella nostra regione". Il confronto con la cittadinanza, dunque, ha fatto emergere come sanità, attenzione allo spopolamento e a battaglie per i diritti civili siano punti cardine del Partito Democratico verso il futuro della Calabria: sta agli elettori, ora, scegliere se sposare queste cause, con il potere loro conferito dalla matita all'interno delle urne.
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