di CARMEN MIRARCHI
Primo giorno a Catanzaro per il nuovo arcivescovo metropolita della Diocesi di Catanzaro Squillace Monsignor Claudio Maniago.
Il nuovo vescovo ha parlato di giovani, di una nuova sfida per la nostra città che ha vissuto momenti di grande difficoltà. Tante le sfide che aspettano il nuovo Arcivescovo che ha sottolineato l'impegno per le parrocchie, per i giovani e soprattutto al fianco dei più deboli.
Un cenno anche alle prossime elezioni amministrative nelle quali ovviamente la Chiesa non gioca nessun ruolo ma anche in questa situazione sarà "importante la guida dei valori cristiani".
"Io sono nato a Firenze ma da genitori friulani, non sono venuto con pregiudizi ma con curiosità. Ho imparato dalla mia esperienza in Puglia tante cose, mi sono convertito ad una realtà vivace come le processioni importante per mantenere la dinamica sociale. Ho imparato la dinamica dei fuochi d'artificio, ad esempio" alcuni dicono che potrebbero essere dati ai poveri. Invece sono modi popolari di far festa, sono trasversali e sono spettacolo popolare. È un esempio di quello che sono riuscito ad imparare insieme ad altre fatiche del sud. Come per un vescovo lavorare con i giovani che vanno via tutti per studiare impero cercare opportunità. Ormai è un meccanismo che impoverisce il territorio e le parrocchie. Non possiamo essere schiavi di un sistema, certe dinamiche sono figlie di un arrendersi al sistema. Credo che il 'camminare insieme uguale a corresponsabilità', un chiesa che porta speranza, sia decisiva. La Chiesa non può essere una realtà di élite ma deve essere significativa" ha detto l'Arcivescovo durante la conferenza stampa con giornalisti prima di incontrare le autorità nella Basilica dell'Immacolata a Catanzaro.
"Non conosco Catanzaro ma ho incontrato giovani entusiasti. La Chiesa non vende un prodotto e non deve trattenere clienti.
Bisogna comprendere la realtà nella complessità del momento, il cammino della chiesa di iniziazione cristiana deve essere fatta con le famiglie. Parrocchie e famiglie non sono più quelle di una volta, è un momento di crisi generale. La Chiesa nasce per comunicare e dobbiamo impegnarci su questo a tutti i livelli, la Chiesa non si sostituisce alle istituzioni e porta valori anche perché cristiani sono quello che vanno a votare. La Chiesa deve realizzare esperienze e dare segni che possa essere realizzato qualcosa per i giovani ad esempio, spero ci siano anche qui e mi impegnerò a farlo" ha aggiunto ancora Monsignor Maniago.
"Sono consapevole delle fatiche di questa comunità ma anche delle ricchezze che devono risplendere perché hanno una missione sociale e cristiane da compiere. Cercherò con molta umiltà per capire e metterni a servizio perché non sono qui a trascorrere le vacanze ma a vivere con la gente ed i sacerdoti. Vogliamo aprire un bel capitolo" ha detto il nuovo Vescovo.
Il nuovo Arcivescovo di Catanzaro ha risposto anche in merito all'attuale situazione pandemica che coinvolge il mondo intero e fortemente anche il capoluogo di regione.
"Si impari da questa pandemia alla solidarietà che deve guidare in positivo, il pensiero va alle persone sofferenti. In questa terra il sistema sanitario ha carenze ed il mio pensiero va agli operatori sanitari che stanno reggendo in questa situazione drammatica. Io non porto soluzioni ma cerco di portare la forza della speranza cristiana".
"Bisogna rimettersi in cammino con umiltà e riaprire una buona strada per questa chiesa. La riapertura della Cattedrale è un obiettivo" ha aggiunto Monsignor Maniag che si poi recato nella Basilica dell'Immacolata
Qui ad attenderlo c'erano i sindaci della provincia ed il consigliere regionale Montuoro in rappresentanza della Regione Calabria.
Al nuovo Arcivescovo il sindaco di Catanzaro e Presidente della Provincia Sergio Abramo ha regalato un quadro con l'immagine della Madonna di Porto, protettrice della Provincia del capoluogo calabrese. Il sindaco ha dato il benvenuto a Monsignor Maniago parlando di una cittadinanza che attendeva il suo arrivo, una comunità dai grandi valori cristiani. Importante cenno anche alle diverse realtà cristiane che animano il capoluogo e che avrebbero voluto accoglierlo in una maniera più gioiosa, cosa che la pandemia ha impedito.
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