Catanzaro, l'orologio del San Carlino "dimenticato" in una gabbia di legno nel Politeama

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images Catanzaro, l'orologio del San Carlino "dimenticato" in una gabbia di legno nel Politeama

  06 giugno 2025 12:31

di CLAUDIO RUGA 

 

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LA STORIA RECENTE

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Abbiamo avuto la fortuna di scoprire che all’interno del teatro Politeama giace, rinchiuso in una gabbia di legno, l'orologio del San Carlino. Dopo le varie vicende che lo hanno interessato, oggi l’orologio risulta perfettamente funzionante e conserva, rispetto a quello presente al momento della demolizione del teatro (1938), solo la cassa. Una cassa molto significativa perché come tutti gli orologi da campanile o da torre è caratterizzata dalla presenza di due fori, nella parte inferiore, che consentivano il passaggio delle funi con i pesi necessari alla sua funzionalità. Solo per questo, l’attuale orologio ha per i catanzaresi, oltre che un valore affettivo anche storico.

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Dopo la demolizione del teatro, l’orologio fu conservato per essere poi installato nel nuovo mercato comunale sulla vecchia via Principe Umberto; quando anche quest’ultimo fu demolito si cercò di estrarlo dalla muratura in cui era cementato ma i danni furono ingenti al punto che nel 2003 l’Amministrazione Abramo spese circa 6 mila euro per rimetterlo in funzione. In questa occasione la ditta Neri di Cesena apportò una serie di modifiche all’interno dell’orologio che lo resero più moderno pur conservando le sue caratteristiche principali come le dimensioni.

L’orologio fu presto restituito perfettamente funzionante e con alcune varianti che consentivano la sua istallazione in una muratura, come richiesto in origine, essendo esso un orologio da Torre che abitualmente veniva installato sui campanili delle chiese e in posti accessibili con grande difficoltà.

L’idea da noi proposta e cioè quella di collocarlo sopra la stazione della funicolare di piazza Roma fu condivisa pienamente dal sindaco prof. Fiorita nonché dall’allora capo gabinetto ing. Squillace che avviarono la pratica con la soprintendenza pur nella consapevolezza che l’amministrazione comunale non aveva la disponibilità economica per realizzare i lavori.

Fu compito nostro trovare uno sponsor per reperire i 5.500 euro necessari, apportare a corredo dell’orologio tutte quelle variazioni impiantistiche che garantivano un esercizio quanto più lungo possibile nel tempo (es. alimentazione dalla rete, una batteria tampone, accensione automatica del neon notturno…) nonchè un carrellino su cui collocare l’orologio in modo da poter avere la possibilità di spostarlo dalla sede muraria in cui sarebbe stato inserito in caso di manutenzione; il carrellino fu completato, ad opera dell’ing. Squillace, avvitando quattro rotelle per consentirne gli spostamenti.

Lo scorso anno ci fu il tanto agognato incontro con la soprintendente d.ssa Stefania Argenti e avv. Russo nel quale partecipò l’attuale capo gabinetto del comune Bullotta: il risultato fu che il luogo stabilito dalla soprintendenza dove collocare l’orologio non poteva essere la stazione della funicolare di piazza Roma ma piazza Prefettura; l’orologio sarebbe stato collocato sopra una specie di obelisco costruito dal comune utilizzando il vario materiale ferroso in giacenza nella galleria di villa Margherita.

 

IL FUTURO

Risulta chiaro che mai un orologio da Torre come quello del San Carlino potrà essere esposto alle intemperie naturali come la pioggia, il freddo e il caldo, l’umidita, il vento perché la sua struttura nasce per essere protetta. Da allora non ci risultano contatti tra i due enti interessati né iniziative per sbloccare questa situazione di stallo. Intanto il tempo sta deteriorando i componenti elettrici dell’apparato al servizio dell’orologio e la paventata rinuncia della sponsorizzazione da parte di un solerte cittadino riapre il problema dei fondi da reperire; inoltre, è facile intravvedere all’orizzonte la morte inesorabile di un orologio ormai fermo da 22 anni quando in prospettiva non risulta nessuna iniziativa da parte degli interessati per valutare altre soluzioni. Una morte lenta ed inesorabile che solo uno scatto d’orgoglio da parte dell’Amministrazione comunale potrà evitare.

 

 

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