di STEFANIA PAPALEO
Dissidi con l'ex moglie e i figli. Litigi e provocazioni sempre più pesanti. Rancori mai sopìti che, giorno dopo giorno, hanno fatto maturare contro di lui un sentimento di vendetta scaturito in un violento incendio che gli ha distrutto completamente la casa. Danni economici ingenti, quelli patiti da Roberto Scalzo la notte dello scorso 31 luglio 2021. Ancor di più danni morali, alla luce dell'arresto di uno dei due figli, individuato dai carabinieri come l'autore delle fiamme appiccate con la complicità del cugino.
Porta la firma del giudice Francesco Vittorio Rinaldi l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari che ha raggiunto Antonio Scalzo, 29 anni, residente in contrada Corbino, a Gimigliano, e Angelo Merante, 37 anni, residente in località Tre Arie, a Gimigliano.
Per loro l'accusa gravissima di incendio doloso, per avere messo fuoco nell'abitazione della vittima, dopo avere atteso che lo stesso si allontanasse per raggiungere la vicina abitazione della sorella. Ad incastrarli, alcuni messaggi scambiati su wathapp nei giorni precedenti e un'intercettazione ambientale effettuata tra Scalzo e la madre nella sala d'aspetto degli uffici della Pg dove erano stati convocati per essere sentiti come persone "informate sui fatti".
Indizi gravi e sufficienti per il sostituto procuratore Anna Chiara Reale, che, dopo aver preso in mano il caso, ha stretto il cerchio sui due uomini, fino a ottenerne l'arresto da parte dei carabinieri guidati dal capitano Ferdinando Angeletti, comandante della Compagnia di Catanzaro.
Oggi, affiancati dagli avvocati difensori Elio Bruno e Antonio Lamonaco, entrambi gli indagati, comparsi davanti al gip Rinaldi per l'interrogatorio di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
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