di MARCELLO FURRIOLO
Onore ad un Grande Uomo. Un architetto geniale e raffinato. Un politico onesto e leale, appassionato, coerente e coraggioso. Un amico generoso e affidabile.
Pino Casale è stato tutto questo, sostenuto da un amore infinito e irriducibile per la città di Catanzaro. Per la sua città. Per la sua idea di città, per la quale aveva speso le sue migliori energie professionali e politiche in mille battaglie condotte nelle piazze, tra la gente e regalando alla città opere indimenticabili. Vere opere d’arte come l’arredo del vecchio Uno+ Uno in Galleria Mancuso, nel cuore del centro storico, ritrovo e immagine di una Catanzaro ormai perduta. Ma le sue battaglie rimarranno epiche soprattutto all’interno delle istituzioni, nel Consiglio Comunale dove la sua parola, sia pure dal banco dell’opposizione, era ascoltata con assoluto rispetto e generale apprezzamento. Anche quando puntava il dito accusatore, in maniera sempre argomentata, nei confronti dei nemici della città, di quei centri di potere che nel corso degli anni hanno contribuito alla devastazione del territorio cittadino.
Con Pino Casale scompare una delle figure più rappresentative della destra politica storica, con forte ispirazione sociale e grande rigore morale e ideale. Ma con Pino viene a mancare un pezzo pregiato, forse uno degli ultimi, di una generazione politica e amministrativa, che ha fatto dell’amore per la città e la sua crescita civile e sociale un impegno totale e incondizionato.
Al di là degli schieramenti politici di appartenenza. E oggi che Egli ha concluso la sua esistenza terrena è giusto che anche le nuove generazioni sappiano chi è stato Pino Casale, in una città che in questi ultimi anni ha perso vieppiù il culto della memoria e il rispetto delle proprie radici.
Ho avuto la fortuna e il privilegio di avere Pino Casale Consigliere e Capogruppo del MSI nella mia esperienza alla guida della città negli anni ottanta e nei primissimi anni novanta. Quando la città inseguiva il sogno della grande Catanzaro, capitale della Calabria e al servizio dell’intera regione. Quando si elaboravano i progetti della Cittadella regionale a Germaneto, del Campus Universitario, dell’idea del grande asse attrezzato Catanzaro-Lamezia, che aveva trovato accoglienza all’interno del primo accordo di programma per l’area urbana al centro della Calabria, siglato col Ministro per il Mezzogiorno dai Sindaci di Catanzaro e Lametia e il Presidente della Provincia di Catanzaro. Pino Casale, assieme all’ indimenticato Ninì Dardano, straordinario capogruppo del Partito Comunista, non aveva fatto mancare il suo contributo preziosissimo professionale e politico, in un confronto franco e appassionato, che elevava il tono e la qualità del dibattito in Consiglio Comunale.
Ma l’apporto di Pino Casale e Ninì Dardano è stato determinante per la realizzazione in quel periodo di opere che hanno dato un nuovo assetto alla città: il Complesso Monumentale del San Giovanni, la Funicolare e soprattutto il Teatro Politeama. Se quelle opere oggi rappresentano le ultime realizzazioni pubbliche della fine del secolo scorso e hanno accompagnato la città verso il nuovo millennio lo si deve al clima politico che eravamo riusciti a creare nelle istituzioni e nella città, pur nel confronto aspro e dialettico tra maggioranza e opposizione, tra partiti di opposta cultura politica, sulla base di totale e reciproco rispetto, affidabilità, credibilità e autentica cultura democratica. Pino Casale era interlocutore privilegiato e garante di correttezza e onestà intellettuale, al punto che divenne di fatto interfaccia del Prof. Paolo Portoghesi nell’elaborazione e realizzazione del progetto del Teatro Politeama. L’opera nasceva contrassegnata da forti contrasti politici e culturali e la città l’accolse in modo contraddittorio, anche se il primo anno vi fu grande partecipazione di pubblico, che tentava di ricostruire ambienti, atmosfere ed emozioni vissute dai ceti borghesi e intellettuali della Catanzaro dei primi del Novecento. Ma si sa che la storia non si ripete e la Catanzaro di questi primi decenni del terzo millennio è un’altra città, che forse vede svanire definitivamente il sogno di Capitale della Calabria.
Ricordo che a Pino mi rivolsi anche per la redazione del progetto di ristrutturazione della Sala Consiliare di Palazzo Santa Chiara, che lui realizzò con grande impegno ed entusiasmo e regalò alla città, curandone anche la direzione lavori, con grande qualità e assoluto rispetto dei valori funzionali e architettonici dello storico Palazzo. Sicchè è doveroso accogliere immediatamente la proposta avanzata dall’amico Michele Traversa di intestare la Sala, finalmente restituita alla città, alla memoria del suo ideatore e di uno dei protagonisti più illustri della vita democratica cittadina.
Pino ci ha lasciato, con il suo stile sobrio e riservato, in uno dei momenti più delicati e difficili della vita della città, che, con le elezioni del 12 giugno, tenta una svolta, dopo un ventennio grigio, che ha cancellato l’identità e logorato il suo ruolo istituzionale e culturale.
Il pensiero a figure come Pino Casale possa essere di monito e di esempio nelle scelte responsabili a cui sono chiamati i cittadini e nella qualità delle proposte e del dibattito a cui sono chiamati tutti i candidati e le forze politiche, abbandonando il terreno dello scontro per la tutela di meschini interessi di parte e riappropriandosi, se ne hanno la capacità, della autentica passione per il bene comune.
Come è dovere prioritario della politica.
E a cui ha improntato tutta la sua vita luminosa, l’indimenticabile amico Pino Casale.
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