Catanzaro, Mario Saccà ricostruisce i bombardamenti del '43 sul capoluogo

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  25 agosto 2024 10:12

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Mario Saccà  sui bombardamenti di Catanzaro nel 1943, frutto delle ricerche negli archivi cittadini.

di MARIO SACCA'

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L’11 Settembre 1943: le truppe alleate giunsero a Catanzaro. Questa data segna la prima liberazione del territorio italiano da parte delle truppe alleate che avevano risalito la Calabria dopo aver battuto le divisioni italo-tedesche in Sicilia e conquistato l’isola.

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La storia dell’operazione Husky è nota ma non è questa la sede per ricostruirne i passaggi, compresi quelli delle rivalità fra la settima armata dello statunitense Patton e l’ottava armata dell’inglese Montgomery  che avevano segnato la campagna nell’isola conclusa a metà Agosto.

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Il 16 di quel mese furono impartite le disposizioni per la campagna Bytown che consisteva nello sbarco a Reggio Calabria del XIII Corpo d'armata, dell'8ª Armata britannica e della 1ª Divisione canadese. Ciò consentì alle forze Alleate di ottenere una testa di ponte nella punta dello stivale d'Italia, primo appiglio al continente europeo. Il 3 Settembre intorno alle 4,30 ebbe inizio il bombardamento di Reggio per eliminare le difese italiane e consentire lo sbarco di due divisioni .una inglese ed una canadese, sulla costa calabra.

Gli eventi sono stati ricostruiti dal prof Giuseppe Marcianò, dall’Ufficio Storico dell’ Esercito da numerosi interventi sulla stampa.

Un altro sbarco a Vibo Marina, denominato “operazione Ferry (traghetto)” era stato deciso il 6 settembre dal generale Dempsey (lo stesso che avrebbe guidato le truppe inglesi nello sbarco in Normandia del giugno ’44).   

Nei mesi e nei giorni precedenti le operazioni le città erano state sottoposte a pesanti bombardamenti aerei per eliminare ogni possibile sacca di resistenza e pianificare l’avanzata dello schieramento alleato.

Catanzaro fu vittima di queste attività come dimostra una lettera inviata dal Prefetto all’ Intendente di Finanza il 16 Febbraio 1945 forse per verificare i danni bellici subite dalla città.

Dopo le bombe cadute su Catanzaro Marina fu il centro cittadino ad essere colpito dagli aerei inglesi il 28 Agosto 1943 causando centinaia di vittime fra civili di ogni età e militari in servizio. I dati disponibili fanno pensare che i piloti ed i puntatori avessero conoscenza di cosa e dove far precipitare gli ordigni esplosivi : la zona dove furono maggiori i danni fu quella a destra (in  direzione Catanzaro Nord) fra la Basilica dell’Immacolata e il Tribunale, ma non furono colpiti né il palazzo del Governo, né il iIceo Galluppi ed altri edifici significativi. La stessa strettoia di Corso Mazzini ne uscì indenne, caddero alcuni edifici nelle vicinanze. I piani post bellici di ricostruzione videro sorgere i palazzi dell’ex UPIM, il Centro Mancuso, la Poste, Villa Menichini etc.

Il Reggimento canadese Hasting e Principe Edoardo giunse a Catanzaro l’11 Settembre. La testimonianza più significativa è dell’ufficiale Farley Mowat che prese parte a tutte le battaglie dell’unità combattute in Italia ed in Europa. In seguito divenne uno scrittore importante e nel libro “Il Reggimento” raccontò cosìil suo vissuto dopo lo sbarco in Sicilia e l’arrivo nella nostra città:

"…in tutta la regione,lungo l'itinerario della marcia e per una vasta estensione nell'interno, l'esercito italiano rimaneva nelle caserme o negli attendamenti. Erano forze bene armate e completamente equipaggiate per dar battaglia, e, sebbene il maresciallo Badoglio avesse concluso la pace con gli alleati, non si trattava di una pace universalmente accettata dai militari italiani. Questa situazione scabrosa causò strani incidenti (v scontro sull' Aspromonte di reparti della Nembo l'8 Settembre '43). 

Da Catanzaro Marina l'unità doveva ripiegare nell'entroterra e salire fino alla città di Catanzaro. Kennedy (ufficiale al comando n.d.r.) inviò in avanscoperta l'unico suo elemento meccanizzato, una motocicletta guidata dall'ufficiale addetto alle informazioni, per eseguire una ricognizione. L'ufficiale fece salire il sergente Bruce Richmond sul sellino posteriore e partì. A un certo punto giunsero dinanzi a un blocco stradale di filo spinato situato proprio al centro della divisione Mantova. I campi, su entrambi i lati della strada, erano gremiti di tende, d'italiani armati, di pezzi d'artiglieria e di automezzi. Una sentinella abbassò il fucile, lo puntò contro i nuovi arrivati e non rimase altro da fare che ricorrere al bluff. Il sergente, con il suo migliore italiano, imparato nelle osterie, chiese in tono brusco di parlare con il generale. La sentinella, stupita, indietreggiò e chiamò il suo ufficiale. I due canadesi finirono con l' essere condotti, sotto scorta, in una grande fattoria e con la temerarietà alimentata dal nervosismo pretesero non soltanto di parlare con col generale ( facendosi passare per emissari di Montgomery), ma, dopo essersi incontrati con questo grasso e sudato gentiluomo, richiesero i mezzi di trasporto divisionali al completo, immediatamente per trasferire il reggimento, lungo la strada di montagna, fino a Catanzaro…..Gli italiani, infine, capitolarono confusi e accadde così che il reggimento terminò la marcia fino a Catanzaro a bordo di una colonna di autocarri italiani guidati dagli autisti più suicidi del mondo, gli stessi che appena tre giorni prima erano stati nemici giurati dei soldati trasportati ora da loro sul suolo della patria ( la notizia della firma della armistizio di Cassibile era, infatti, stata data l' 8 Settembre n.d.r.)….Mentre il reggimento aspettava nella piacevole frescura dei pendii rivestiti di pini, si diffuse la crescente sensazione che la guerra fosse ormai finita e che quanto ne restava fossero scene da opera comica". La situazione descritta da Mowat che in precedenza, raccontando lo sbarco in Sicilia, aveva notato come "gli italiani non fossero soddisfatti di dover tenere la pianura e quasi tutte le divisioni della difesa costiera si erano arrese" e le truppe tedesche avevano ripiegato sulle alture, avrebbe dovuto indurre i comandi alleati a non infierire sulle popolazioni ormai indifese e certamente non ostili ai nuovi arrivati e ad inseguire, invece, le truppe tedesche in ritirata. Ma la storia fu diversa! 

Ci sarebbero voluti ancora due anni prima che le armi venissero deposte per far posto alla pace.”

Da quel giorno di Settembre 1943 Catanzaro avviò il processo di ricostruzione dei danni bellici e della vita democratica delle sue istituzioni. Il comando alleato  dispose la fine dell’amministrazione podestarile del Comune : il 16 Ottobre 1943 il podestà Di Cello assunse la carica di sindaco, assistito dal segretario dott Luigi Caruso, e mantenne la carica per pochi giorni, fino al 27 Ottobre successivo. In quei giorni fu cambiata la toponomastica di: rione Costanzo Ciano in rione San Leonardo, che riprese la denominazione avuta prima della morte del genero di Mussolini, Corso Mazzini, Piazza Garibaldi e Piazza Roma sostituirono l’asse principale del centro prima dedicato a Vittorio Emanuele III, e la stessa mutazione avvenne per altre vie urbane.

L’Allied Military Government of Occupied Territory (A.M.G.O.T) poi nominò il commissario straordinario nella persona dell’Ispettore Provinciale Amministrativo sig. Bianco cav. Armando. Successivamente su nominato il primo sindaco di Catanzaro: l’avv Giovanni Correale Santacroce, socialista che iniziò l’opera di ripristino della democrazia cittadina, anche con decisioni significative. Dopo aver deliberato la cancellazione delle scritte fasciste sui muri delle case il 10 Giugno 1944, in occasione della ricorrenza dell’assassinio dell’on Giacomo Matteotti deliberò che venisse dedicata alla sua memoria la piazza che ancora oggi lo ricorda. Non poteva esserci scelta più simbolicamente forte per segnare il passaggio dal ventennio alla nuova Repubblica democratica. Bisognerebbe ampliare la narrazione agli anni fra le due guerre per mettere in evidenza come non vi fu un antifascismo armato ma certamente caratterizzato dalla lotta delle idee come hanno narrato alcuni storici fra i quali Antonio Carvello. E’ un capitolo ampio da riproporre all’attenzione dei male informati che non valorizzano la nostra storia, certamente diversa da quella di altre parti del Paese ma che date e caratteristiche diverse che meriterebbero attenzione nazionale.

 

 

 

 

 

 

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