È con preoccupazione che l’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro ha appreso, nei giorni scorsi, dell’intenzione dell’università “Magna Graecia” di Catanzaro di dare vita ad un Corso di Laurea in collaborazione con l’università della Calabria di Rende denominato “Medicina e tecnologie digitali”.
Il corso, così com’è pensato, consentirà agli iscritti, al termine del ciclo di studi di 6 anni, di conseguire oltre al titolo di dottore in Medicina e Chirurgia, anche la laurea triennale in Ingegneria Informatica indirizzo Bioinformatico. "Tuttavia, quella di conferire oggi una laurea triennale in Ingegneria appare come una scelta in netta controtendenza con gli indirizzi e gli orientamenti del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che, attraverso il Gruppo di lavoro sulla formazione universitaria del Consiglio Nazionale degli Ingegneri lo scorso anno ha presentato la proposta di modificare l’attuale percorso di studi necessario per diventare ingegnere abolendo il classico “3+2” e dunque la relativa sezione B dell’Albo degli Ingegneri riservata ai laureati in triennale. Inoltre sarebbe necessario approfondire quali possano essere i reali sbocchi professionali per gli studenti del Corso di Laurea in oggetto".
"Esiste già, infatti, da circa venti anni, un corso interateneo di Ingegneria Biomedica all’interno dell’Università Magna Graecia di Catanzaro che forma una figura professionale nata proprio come punto di congiunzione tra la scienza medica e quella ingegneristica di assoluto impatto specialistico e consolidato nel settore sanitario, forte di un percorso di studi quinquennale molto complesso. In Italia sono migliaia gli ingegneri biomedici/clinici che operano nel settore sanitario: nel 2019, proprio a Catanzaro, all’interno del Policlinico universitario, si è svolto l’importantissimo Convegno Nazionale degli Ingegneri Clinici, che ha visto la partecipazione di oltre 1500 professionisti ingegneri biomedici/clinici provenienti da ogni parte d’Italia e la presenza di più di 50 aziende leader del settore medico".
"L’attuale emergenza pandemica ha tra l’altro dimostrato quanto sia importante e fondamentale il ruolo degli ingegneri biomedici/clinici all’interno dell’Istituzione sanitaria".
"Infine, nel corso dell’incontro a cui i rappresentanti dell’Ordine hanno preso parte assieme ai due atenei, l’analisi della bozza del piano di studi del nuovo Corso di Laurea ha messo in evidenza che questo afferisca alla Classe LM-41, cioè Medicina e Chirurgia: si dà il via quindi, con questo corso, alla tanto auspicata apertura di Medicina e Chirurgia all’università di Cosenza?"
"Se così fosse, appare di tutta evidenza che si tratterebbe di una scelta che andrebbe inevitabilmente a creare uno squilibrio territoriale rispetto all’offerta formativa della nostra regione, dal momento che ogni ateneo, negli ultimi decenni, ha conservato e tutelato una precisa vocazione formativa e sociale, punto di forza per l’intero territorio calabrese. Una scelta di questo tipo potrebbe, altresì, determinare un indebolimento del sistema universitario calabrese. Auspichiamo, quindi, che non si danneggi il prestigio che l’ottima Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Unicz ha raggiunto oggi, anzi che possa rafforzarsi il ruolo centrale di Catanzaro nella formazione medica e sanitaria sul territorio calabrese. Quanto fin qui esposto è stato oggetto di confronto nel corso della seduta del Consiglio dell’Ordine dello scorso 18 dicembre. Siamo costretti a prendere atto, però, che da quanto si apprende dalla stampa, il percorso di attivazione del Corso di Laurea è già stato avviato, nonostante la lettera d’invito che dagli atenei è pervenuta dicesse chiaramente che ‘[…] è per noi di grande rilevanza avere un’attenta e specifica valutazione della proposta in argomento da parte dei più rappresentativi referenti delle parti sociali interessate’ e questo Consiglio sia ancora in fase di valutazione essendo trascorsi poco più di venti giorni dal primo incontro con gli atenei. Sarebbe quindi auspicabile, a nostro avviso, che i due atenei calabresi dessero maggiori spiegazioni alla cittadinanza ed al mondo delle professioni circa il progetto formativo di cui si discute, tenendo presente le considerazioni sopraelencate e coinvolgendo tutte le Istituzioni calabresi interessate".
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