"Nulla di personale contro Nicola Fiorita. Che è, e resterà, innanzitutto una brava persona e anche un uomo di cultura. Ma governare una città molto complessa come Catanzaro richiede ben altre doti. Non è sufficiente, infatti, essere onesti e preparati, peraltro mai come in questo caso condizione necessaria, perché bisogna soprattutto essere capaci. E dimostrare di esserlo. Ovvero dare prova di saper amministrare un territorio come premesso difficile e pieno di problemi, grandi e piccoli, che richiedono in primis una certa dose di pragmatismo. In parole povere, si deve lavorare molto. E in modo celere ed efficace, H24, sette giorni su sette".
Ha esordito così l'ex consigliere comunale di centrodestra, Antonio Mirarchi, senza dunque fare sconti al sindaco in carica. Nei confronti di cui, pur con toni pacati, rivolge una serie di pesanti critiche. Dovute a ciò che, secondo lui, in città proprio non va. Tant'è vero che rincara la dose, sostenendo: "A giudicare da quanto visto finora, non pare essere nelle sue corde assolvere all'arduo compito di dirigere la macchina comunale. Ricorda insomma quel, sulla carta, promettente allenatore del passato, al quale un famoso presidente disse di avergli messo a disposizione una Ferrari che però non aveva saputo guidare. Ed è proprio questo il punto. Fiorita pare, ogni giorno che passa, sempre più inadeguato al ruolo. E soprattutto indaffarato più a salvare la traballante Amministrazione, di cui è a capo, che a far crescere Catanzaro. Una realtà oltretutto da poco messa a dura prova da due alluvioni, abbattutisi in rapida successione, che hanno plasticamente dimostrato l'inefficienza del sindaco e dei collaboratori. Incapaci di fornire una risposta adeguata. Sia sotto il profilo della prevenzione, che sotto l'aspetto dell'intervento durante la fase emergenziale".
Fiorita bocciato su tutta la linea da Mirarchi, quindi. Considerato come l'ex componente dell'assise civica aggiunga: "Il sindaco, che di professione fa il docente universitario, all'esame da primo cittadino sarebbe un candidato inesorabilmente respinto. E più volte, anche. In ragione non solo dell'appena citata vicenda nubifragio, ma pure delle strade ridotte a un colabrodo: tipo Viale Crotone a Lido, ad esempio. Ma anche del diserbo fatto a… singhiozzo; della mancata cura del verde pubblico; della condizione miserrima in cui versano i cimiteri e di chi più ne ha ne metta. Perché, come del resto ho sempre sostenuto, è sulle piccole cose che a mio avviso si misura e valuta un'Amministrazione. I cittadini badano tanto a quello. E nessuno lo può sapere meglio di me. Poiché ancora si rivolgono al sottoscritto, per gli innumerevoli disagi patiti, malgrado io non sia più consigliere". Mirarchi è allora convinto del giudizio negativo su Fiorita, inappellabile malgrado i pochissimi mesi da quando svolge il mandato, e lo dice chiudendo il proprio ragionamento.
"Al sindaco attuale - conclude - do un suggerimento, sebbene non sia richiesto. Ovvero di non trasformarsi in un Sergio Abramo bis. Parlo naturalmente dell'Abramo, apparso chiaramente stanco e distratto, degli ultimi anni. Fiorita lasci allora un buon ricordo di sé e se ne vada prima di rompere il rapporto di fiducia con la gente che lo ha votato. Dal momento che l'unica decisione giusta che potrebbe adottare è questa. E io, molto modestamente, ho espresso tale tesi in numerosi articoli. In cui ho affermato tra le righe che a lui è congeniale fare opposizione. Dire, in sostanza, cosa non va e magari avanzare anche delle buone proposte a vantaggio di chi governa. Tutt'altra cosa, però, è avere in mano il volante di Palazzo De Nobili. Perché per quello serve un grande pilota. Caratteristica che, mi spiace sottolinearlo, il diretto interessato proprio non ha".
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