Amare la propria città e proteggerla, perché la “grande bellezza” di Catanzaro è ancora a portata di mano. Con questo spirito nasce il comitato “Salvamu ‘a scinduta d’a Porta Marina”.
Il Comitato è pensato per promuovere azioni di recupero di aree del centro storico di Catanzaro, ormai in condizioni di estremo degrado e abbandono, emarginate e soggette all’incuria da parte delle amministrazioni locali, che si sono avvicendate nel tempo. Libero da appartenenze politiche e da schieramenti ideologici di ogni genere, è aperto all’adesione di comuni cittadini, associazioni ambientalistiche e culturali, nonché di soggetti e federazioni politiche e sindacali, categorie commerciali e artigianali, organi di stampa e di comunicazione sociale.
“Catanzaro - scrive in una nota il Comitato - è ancora una città meravigliosa nonostante le ingiurie del tempo, dell’incuria e degli interventi maldestri ripetuti nel corso di decenni, ma ha bisogno di impegno appassionato e disinteressato di tutti i cittadini. Occorre preservarla da speculazioni di ogni genere, così come da improbabili restaurazioni antistoriche, spesso operate sciaguratamente da soggetti incompetenti e culturalmente sprovveduti. Precedenti esperienze del genere hanno dato risultati incoraggianti, almeno in un paio di occasioni, come è stato per il “Caffè Imperiale” e il “Teatro Masciari” (questo non ancora restituito alla fruizione popolare, ma almeno salvato da una fine ingloriosa).
La scelta del momento di lancio di questa iniziativa, da parte del Comitato, non è affatto casuale: si intende cogliere l’opportunità offerta dalla competizione elettorale, per il rinnovo dell’amministrazione comunale e del suo sindaco, per strappare a tutti i candidati, non una semplice promessa ma la sottoscrizione di un impegno solenne per il recupero di un’area del Centro storico che, per secoli, è stata cuore pulsante di vita ed animosità sociale, per l’intera città”.
“Il fascino delle piccole botteghe artigiane: dalle tipiche “forge” ai calzolai, ai falegnami, agli empori di merce varia, a osterie, fruttivendoli, macellerie e salumerie, dava vita ad una sorta di “centro commerciale” della piccola, anzi minuscola, distribuzione di vicinato. All’angolo della chiesa di San Rocco, - ricorda il Comitato - si affacciava sul Corso la bancarella del “Toscano”, tappa obbligata per gli scolari dei plessi elementari di via Carbone e della Maddalena, che attraverso i vicoli che tagliavano la discesa raggiungevano più agevolmente la loro scuola. Un cenno lo meritano anche la fontanella posta in cima, che offriva al passante una rigenerante sosta, e la vecchietta che, all’interno del suo “basso”, vendeva le caramelle a una lira. Per tantissimi anni, lungo tutta la discesa, fino quasi all’imbocco di via Carlo V, si teneva ogni sabato il mercatino rionale, con le sue chiassose bancarelle di colorate mercanzie d’ogni genere.
L’aspetto che questa via offre oggi allo sguardo degli ormai rarissimi passanti è quanto di più squallido e desolante si possa immaginare. Tutto questo si è potuto verificare per la colpevole miopia di personaggi politici che, senza soverchie qualità umane e professionali, hanno imposto fino ad oggi il loro potere sul governo di questa città. Solo un insieme di liberi cittadini, in una varia e trasversale rappresentatività democratica, potrà realizzare il progetto di ricostruzione di luoghi e memorie che anima questo Comitato. Questo è l’impegno a cui siete chiamati …a cui siete attesi”
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