Catanzaro. Nisticò (I quartieri): "Ci avete messo in croce. Ora la piazza di ieri chiede rispetto"

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Antonio Nisticò, coordinatore cittadino Associazione I quartieri

L'associazione chiede alla "classe politica, senza distinguo di colore, di avere il coraggio di alzare la voce concretamente, garantendo anche con iniziative autonome delle singole Istituzione, le azioni e le coperture finanziarie"

  10 novembre 2020 11:47

"#Ciavetemessoincroce. Questo è lo slogan che meglio sintetizza il bisogno della piazza, quella di Catanzaro, che lancia un monito di preoccupazione alla politica, sia nazionale che regionale". Così in una nota stampa del coordinatore cittadino Associazione I Quartieri Antonio Nisticò  "Quello che abbiamo visto è un grido di disperazione, che attraversa le diverse fasce sociali della città, la città di Catanzaro che si è riconnessa ad una necessità di attenzione, non di solo sostegno, che ha riscoperto una sua dignità, peraltro mai perduta, ma che è scesa in piazza!".

"La piazza ha rappresentato il bisogno di una comunità, - prosegue - dove non serve uno studio sociologico per capire che esistono persone che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, per capire che i tanti che hanno manifestato sono imprenditori, commercianti, le classiche partite IVA che vivono del proprio lavoro e che, per un concetto di autonomia, non vogliono essere trattati come elemosinanti. E’ proprio per questo che la piazza di Catanzaro ha rialzato la testa, rimettendo sul binario della responsabilità il treno deragliato della politica, sia essa nazionale, regionale o comunale".

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"Noi siamo e restiamo con i professionisti delle partite IVA, - si legge ancora - ai quali è stato imposto un lockdown economico, le cui motivazioni diventano uno squallido racconto dove tutto ritorna per le modalità di sempre, dove sul tema della salute pubblica in Calabria fatta di agguati e consolidati accordi, chi paga è il cittadino, quello operoso che sostiene con il suo sudore l’economia a qualsiasi latitudine. Non possiamo accettare e non accettiamo che sulla disperazione della gente, chi governa abbia potuto mettere in gioco la salute di tutti, quando la protesta deborda e cadono i criteri di sicurezza in tema di Covid: la responsabilità non è della gente comune, resta della politica sciatta e distratta".

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"Quello che chiediamo è la responsabilità della classe politica, a cominciare da quella di prossimità del comune di Catanzaro con in testa il sindaco Sergio Abramo, passando per la regione Calabria e finendo al Governo nazionale. Siano disposti da subito ristori per quanti hanno visto annientata nuovamente la loro attività e capacità imprenditoriale, quello che non sia una regalia, ma un equo ristoro per un imposizione di Stato. Chiediamo alla nostra classe politica, senza distinguo di colore, - conclude - di avere il coraggio di alzare la voce concretamente, garantendo anche con iniziative autonome delle singole Istituzione, le azioni e le coperture finanziarie, utile ed imprescindibili per rispondere alle richieste legittime delle categorie imprenditoriali colpite dai provvedimenti restrittivi in tema di pandemia Covid-19".

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