Catanzaro, no della minoranza al Piano del colore. Bosco: «La prima trappola del sindaco»

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images Catanzaro, no della minoranza al Piano del colore. Bosco: «La prima trappola del sindaco»

  08 agosto 2019 11:47

di ANTONELLA SCALZI

Grigio e marrone per il centro, blu come il cielo per Lido, il colore conquisterà Catanzaro con il Piano redatto dall'architetto Fabio Rotella. Fiera l'assessore all'Urbanistica, Modestina Migliaccio, ma il nero è il colore predominante per una parte dell'aula. Il leader di Fare per Catanzaro, Sergio Costanzo, non fa sconti e parla di «estate nera, mare sporco, funicolare chiusa». Nulla, insomma, sembra riuscire a placare la sete di risposte di un'opposizione che era e resta sul piede di guerra tra questioni politiche e amministrative, ai loro occhi, irrisolte. No secco alla pratica, i colori non conquistano Fare per Catanzaro e Safe city, Parco Romani, elezioni regionali tornano alla ribalta a ogni occasione. Nel mirino il sindaco e, immancabilmente l'assessore all'Ambiente, Domenico Cavallaro, ma quello che davvero a Costanzo non va giù e l'accoppiata Abramo - Tallini in casa Forza Italia.  

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Strada spianata per Gianmichele Bosco, di CambiaVento che ha scelto di parlare del verde non come colore, ma come aiuole e parchi non curati. La sua parola d'ordine è «superficialità». Il succo è amarissimo: «Gestione scriteriata della cosa pubblica». Non si salva neppure il Piano del colore che a Bosco sembra non piacere proprio. Con in mano tutte le 500 pagine, l'esponente di CambiaVento azzarda un paragone con il Piano del colore di altre città e in quello di Catanzaro vede «soltanto un censimento sommario». E via con le critiche. Scheda 41, 68, 88: numeri che bolla come «nefandezze». Avrebbe voluto trovare una storia che non vede e oggi bolla il Piano del colore come «la prima trappola del sindaco nei confronti dei consiglieri neoeletti». E anche CambiaVento vota «no a un'idea folle».

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A nulla è servito l'intervento di Demetrio Battaglia che dai banchi della maggioranza punta il dito contro una minoranza che - a suo parere - sa «soltanto criticare». Meravigliato in negativo dalle parole di Bosco, così è sembrato Demetrio Battaglia. Per l'opposizione, però, i problemi ci sono, eccome se ci sono. Lo spartiacque netto lo traccia Fabio Celia che, dai banchi di Fare per Catanzaro, parla della ruota panoramica di Lido come di «un altro mondo che si scontra con una realtà piena di problemi». Quartiere per quartiere, Celia ne cita tanti, per raccontare il dramma di un verde maltenuto da contrapporre a quello dei lavoratori della Cz Servizi «non adeguatamente retribuiti per ciò che fanno».  Sullo sfondo quel Piano del colore che non piace neppure a lui, se non altro per il fatto che «non stia stato condiviso con i cittadini». E Nicola Fiorita se la prende con l’assessore all'Urbanistica e con un Piano del colore «per nulla gratuito che presenta una serie di problematicità» sulle quali il leader di CambiaVento non è in alcun modo disposto a soprassedere. Una su tutte la catalogazione della chiesa di San Francesco a uso commerciale. «Pratica da ritirare»: ecco la sintesi impetuosa. Ma il Piano difeso dalla vicepresidente del Consiglio, Roberta Gallo, passerà e da oggi Catanzaro dovrà tenerne conto.   

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