La mostra Vittorio De Seta Lettere dal Sud ha inaugurato le celebrazioni per i cento anni della nascita del maestro del cinema, con l'intento di farne conoscere la figura. Realizzata dall'istituto di Istruzione Superiore G. De Nobili di Catanzaro, all'interno del progetto Lettere dal Sud/Visioni fuori luogo di integrazione culturale nel mondo della scuola italiana, con il sostegno di MIUR e MIBAct in collaborazione con la Cineteca della Calabria, il Comune di Catanzaro-Assessorato alla Cultura, si terrà allex Stac in piazza Matteotti fino al 30 di ottobre ed è curata da Eugenio Attanasio e Antonio Renda.
Un grande allestimento nel quale si possono apprezzare i film e i documentari del maestro, che costituiscono un'opera aperta sul mondo delle nuove immigrazioni, sulla società italiana e sui Sud del mondo, come lo erano e forse ancor oggi lo sono le periferie urbane, ma anche le aree depresse e svantaggiate del Sud Italia. Il presidente della Cineteca della Calabria, Eugenio Attanasio, ha curato anche una prestigiosa pubblicazione su De Seta presentata al Taormina Film Festival che raccoglie lettere inedite, diari, articoli, conversazioni e testimonianze ripercorrendo alcuni momenti più significativi, del regista e dell’uomo, valendosi di contributi autentici e qualificati di Mariarosaria Donato, Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Davide Cosco, Franco Santopolo, Salvatore Tozzo, Angela Megna, Isabella Musacchio.
Nella mostra di questi giorni a Catanzaro si racconta dei viaggi e dei lunghi ritorni nel meridione di un maestro del cinema, che ha saputo raccontare cinquant'anni di società italiana con lo sguardo dell'antropologo e la sensibilità dell'artista. Discendente da una famiglia che ha dato ben due sindaci alla città di Catanzaro, e considerato uno degli ultimi meridionalisti, il suo modo di fare cinema ha costituito un punto di riferimento per tanti autori, giovani e meno giovani che si ritrovano oggi nella scuola del cinema del reale. La sua avventura comincia nel 1954 tra Calabria e Sicilia, quando il giovane Vittorio inizia la sua prestigiosa carriera di documentarista, Qui gli si rivela una realtà, quella del meridione, fatta di contadini, pastori, pescatori, minatori affascinante, misteriosa, dove si lotta contro la natura per sopravvivere. Il viaggio tra Sicilia, Sardegna, Calabria dura cinque anni per girare dieci preziosi documentari, autoprodotti, che segnano la carriera e lo preparano al passaggio al lungometraggio. Banditi ad Orgosolo è salutato come il ritorno del cinema neorealista nell'Italia del primo boom economico alla Mostra del cinema di Venezia nel 1961, un debutto trionfale per un'opera epocale.
Un allestimento importante che giunge al termine di un lungo lavoro effettuato dalla Cineteca della Calabria sul regista, del quale la Cineteca custodisce l'opera omnia, ed iniziato vent'anni fa con la prima ristampa dei documentari 5459, proseguito con la pubblicazione del volume, e che oggi continua nella scuola con il progetto Visioni Fuori Luogo, insieme all'Istituto de Nobili di Catanzaro. Partendo dall'esperienza del regista Vittorio De Seta, che nella seconda parte della sua vita si è trasferito a Sellia Marina, e dalla lezione del suo cinema documentario, i ragazzi del Liceo artistico De Nobili raccontano con il linguaggio del cinema documentario il processo di integrazione della comunità extracomunitaria di Sellia Marina, dei ragazzi stranieri dell'istituto Comprensivo di Sellia Marina, caratterizzato da una massiccia presenza di immigrati nel proprio territorio, che non ha creato alcuna conflittualità sociale.
La proiezione di quest'opera è prevista per giorno 20 di ottobre, presso il Supercinema di Catanzaro, e giorno 25 presso l'oratorio di Sellia Marina. La ricorrenza consente un momento di riflessione e approfondimento a livello nazionale, sul grande contributo che ha dato il regista al rinnovamento dei programmi nel mondo della scuola e al dibattito sull'attualità degli insegnamenti.
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