"La prima gara è andata deserta e ora aspettiamo i tempi della seconda per la fornitura del collirio", dicono dal Reparto trasfusionale ma nessuno lo aveva spiegato al paziente, nonostante richieste di chiarimento da parte del suo legale e del garante della Salute
27 dicembre 2023 16:17di STEFANIA PAPALEO
La salute dei suoi occhi dipende da un collirio prodotto col suo stesso sangue e realizzato per primo dal Centro trasfusionale dell'ospedale San Matteo di Pavia per scongiurare il rischio di cecità legato alla patologia GVHD oculare cronica, grave effetto collaterale del trapianto di midollo osseo al quale è stato sottoposto nel 2010. E dopo essere stato costretto per ben sette anni a fare su e giù da Catanzaro per usufruirne nelle varie strutture ospedaliere della Lombardia, dal 2020 il paziente aveva potuto tirare un sospiro di sollievo per se stesso e per le sue tasche, avendo l'ospedale Pugliese di Catanzaro attivato analogo servizio. Salvo rinviare la fornitura a luglio scorso per l'assenza dell'unico medico preposto alla preparazione del collirio e poi interromperlo improvvisamente per "motivi tecnici non specificati".
Motivi in realtà legati alla "gara d'appalto finalizzata alla fornitura di sistemi diagnostici e di sistemi produttivi e terapeutici completi per il prelievo, la validazione e la lavorazione del sangue intero e degli emocomponenti con strumentazioni in service e dispositivi per la SOC di medicina immunotrasfusionale dell'Azienda ospedaliera Dulbecco di Catanzaro per un periodo di 60 mesi" che, dopo essere andata deserta una prima volta, è stata ribandita solo lo scorso 18 dicembre, per cui, al netto dei tempi tecnici e nella speranza che non vada di nuovo deserta, il servizio non potrà essere riattivato prima di almeno due mesi, con tutte le conseguenze prevedibili per chi non può certo aspettare.
Questa almeno la spiegazione fornita a La Nuova Calabria dalla responsabile del Centro trasfusionale che, a quanto pare, aveva già informato la Direzione sanitaria dei disagi legati al mancato servizio, senza che, tuttavia, alcuna risposta sia mai arrivata alle richieste incalzanti del paziente interessato che, strada facendo, si era visto anche costretto a rivolgersi a un legale, l'avvocato Lucia Vono, i cui solleciti sono rimasti lettera morta, così come lo sono rimaste le richieste di chiarimento inviate dal Garante della Salute, Anna Maria Stanganelli, alla Direzione sanitaria e Generale della Dulbecco lo scorso 16 ottobre.
Oggi il paziente sa finalmente perchè ancora una volta si troverà costretto ad affrontare viaggi e sacrifici da tutti i punti di vista per usufruire del lisato piastrinico, ma ciò non allevia il peso del disagio e del senso di impotenza che qualsiasi paziente proverebbe a essere trattato con disprezzo e indifferenza da chi incredibilmente non si degna di fornire neanche una risposta a una semplice richiesta di chiarimenti dettata peraltro dalla disperata ricerca di una cura a una patologia grave che - altra anomalia segnalata nel carteggio in mano al legale - vede un solo medico preposto alla preparazione del collirio in questione. Ecco perchè la vicenda potrebbe non chiudersi qui, essendo il paziente determinato ad andare fino in fondo per combattere quella che spera non sia la punta dell'iceberg di un malcostume diffuso, tenendo anche conto che, in base a quanto saputo dal reparto di Oculistica, oltre a pazienti del Pugliese, il problema riguarda anche pazienti del Policlinico, sprovvisto di un suo Centro Trasfusionale.
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