di CARLO MIGNOLLI
Il Teatro Politeama di Catanzaro si prepara ad accogliere "Peter Pan - il Musical" il prossimo 14 marzo alle ore 21, per l’unica data regionale del tour nazionale.
Con un cast stellare guidato da Maurizio Colombi e arricchito dai talenti calabresi di Martha Rossi e Renato Converso, il musical promette di trasportare il pubblico in un viaggio emozionante verso l'Isola che non c'è.
Il comico Renato Converso si è concesso alle nostre domande in una breve intervista. Con la sua verve e il suo umorismo, ha saputo regalare uno sguardo privilegiato dietro le quinte di questo incredibile progetto e sulla sua lunga carriera.
Il cast di "Peter Pan - il Musical"
Com’è stato lavorare a questo interessante progetto con il regista Maurizio Colombi e un cast di assoluto livello?
«Provengo dal mondo del cabaret. Ho gestito la Corte dei Miracoli di Milano per 35 anni, un piccolo locale dove sono nati molti dei personaggi che oggi vediamo in televisione: circa 36 comici professionisti, tra i quali Max Pisu e i Fichi d’India. L’esperienza di Peter Pan con Maurizio Colombi, che è per me un amico, è totalmente nuova. Ci conosciamo dagli anni ‘80, quando veniva a guardare gli spettacoli nella Corte “per catturare i miei tempi comici” come afferma ancora oggi. Ho iniziato a lavorare al ruolo di Spugna proprio perché mi riteneva perfetto. Tante sono state le difficoltà all’inizio perché, oltre a recitare, bisogna cantare e ballare contemporaneamente. Ho un ottimo rapporto con Giò Di Tonno, interprete di Capitan Uncino. Mi ha supportato dall’inizio e anche grazie a lui ho superato alcune sfide impegnative. Anche con Martha Rossi, calabrese come me, ho instaurato un bel rapporto».
Come accennavi in precedenza, provieni dal mondo della comicità. È stato più semplice per te interpretare la figura di Spugna all’interno dello spettacolo e cosa ti attrae maggiormente di questo personaggio?
«Del personaggio di Spugna mi attrae il fatto che mi assomiglia molto. Non mi allontano più di tanto da quello che è il Renato Converso comico. La differenza sostanziale è che nella mia vita privata sono astemio, a differenza di Spugna che ne fa una delle sue principali caratteristiche. Ho comunque conosciuto tante persone che bevevano moltissimo, dunque riesco ad imitare perfettamente la camminata».
A 17 anni sei andato via dalla Calabria per cercare fortuna a Milano e si può dire che la tua scommessa è stata vincente. Quanto è emozionante per te tornare nella tua terra natia ed esibirti davanti al tuo pubblico?
«Lo dico sempre: quando sono scappato di casa a 17 anni, mio padre, per essere sicuro che fosse vero, mi ha accompagnato alla stazione. Appartengo a una terra incredibile con un popolo meraviglioso e generoso. Ho lavorato tante volte in Calabria da comico, ma è la prima volta da attore di musical dunque è molto emozionante. Non vedo l’ora di rivedere le tante persone che mi vogliono bene e con le quali ho trascorso i più bei momenti della mia vita».
Qual è, secondo te, il ruolo del teatro nel mondo contemporaneo, soprattutto tra i giovani?
«Penso che in Italia il teatro stia morendo anno dopo anno. Questo perché? Perché si va alla ricerca di lavori sempre all’estero. In Italia abbiamo degli autori veramente bravi e con una cultura incredibile per il teatro. Bisognerebbe rivalutare alcuni di loro per creare un bel movimento nostro, anche per non dimenticare i lavori dei più grandi. Da qui i giovani potrebbero imparare e proseguire la tradizione».
Alcuni attori consigliano addirittura di inserire il teatro come materia nelle scuole per la crescita dei ragazzi. Cosa ne pensi?
«Io la inserirei proprio come materia obbligatoria. Karl Valentin, un grande comico tedesco, in un suo libro parla di una proposta al Governo tedesco: introdurre il teatro comico dell’obbligo nelle scuole. Questo potrebbe aiutare tanto».
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