Catanzaro, presentata la mostra-evento “Antrart”: dal 13 al 15 settembre al Complesso San Giovanni

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images Catanzaro, presentata la mostra-evento “Antrart”: dal 13 al 15 settembre al Complesso San Giovanni

  04 settembre 2024 15:48

di MARCO VALLONE

Si è tenuta questa mattina, presso la sala concerti di Palazzo De Nobili, la presentazione alla stampa della mostra-evento “Antrart”, la Creatività artistica come modello evoluto di esistenza. Si tratterà di un percorso esperienziale tra arte, natura e cultura che verrà allestito nelle Gallerie del Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro, dal 13 al 15 settembre. La direzione artistica sarà curata da Milena Manili, AntropoArtista e Progettista, e vedrà il coinvolgimento di diversi artisti ed interpreti del processo creativo antropoartistico presenti nel territorio.

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La conferenza stampa, alla presenza del Direttore Artistico Milena Manili e di alcuni altri artisti in sala, si è avvalsa della moderazione del professionista della comunicazione Domenico Gareri.

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“Questa iniziativa, che si chiama Antrart, nasce da un'idea progettuale che fa il suo esordio dal 13 al 15 settembre nelle Gallerie sotterranee del San Giovanni”. Così ha iniziato il suo intervento Milena Manili, che ha poi proseguito: “Essa rappresenta un percorso esperienziale tra arte, natura e cultura. Moltissimi artisti e intellettuali hanno proposto la loro partecipazione, a seguito di una mia manifestazione d'interesse. Ma solo 25 di loro sono stati scelti da me perché le loro proposte abbracciano la tematica centrale dell'evento: le loro opere contengono una matrice che va ad incontrare, ad intersecarsi, con la tematica fondamentalmente antropologica e umanistica del mio progetto iniziale che si chiamava 'HU.CREA. (Human Creativity)' “.

“La mostra Antrart – ha continuato il Direttore Artistico dell'evento – vuole esprimere l'arte come ricerca e rappresentazione di ciò che accomuna l'uomo al mondo naturale, all'interno di una società minacciata dalla disumanizzazione. E' una rassegna d'arte e di altri eventi, come sono enunciati nel programma. Danza, reading, poesia e narrazioni creative: un mondo di emozioni che ci rende più umani e risvegliano in noi i talenti sommersi. Ringrazio tutti coloro che hanno voluto cogliere questo messaggio con le loro diverse arti e professionalità. Su alcune delle opere non ho ancora avuto le più specifiche delucidazioni: molte volte le opere d'arte sono degli enigmi che nascondono degli stati profondi dell'animo umano, degli archetipi. Questa è una mia concezione fondamentale, tenuto conto che io sono Junghiana. Ma soprattutto la cosa che mi sorprende è che i giovani mantengano in sé questa genuinità, questa freschezza e questa padronanza nel percepire delle immagini arcaiche che invece noi grandi, adulti, stiamo perdendo di vista”.

Relativamente a quale possa essere il messaggio da dare alla città, Milena Manili ha sottolineato come l'iniziativa potrebbe considerarsi come “una rivalsa sull'apatia del territorio. Non so perché, ma ci sono dei nuclei giovanili che lavorano da soli, separatamente, come delle monadi. Chiusi in se stessi. Purtroppo la chiusura fisica e mentale è un fatto tipico dei nostri tempi, ed è anche un retaggio di una paura che abbiamo vissuto negli ultimi anni. E forse ancora non ne siamo usciti. La rivalsa non è una forma di protesta, ma una forma di resilienza, nel senso che noi dobbiamo recuperare intanto la nostra identità più genuina e autentica di esseri umani, perché siamo vivi, siamo presenti. Però nessuno ci dirà che lo siamo perché, anzi, questo è un contesto in cui la presenza spesso dà anche fastidio, specie se è una presenza nuova. Essere presenti è un concetto antropologico fondamentale: presenza significa fare di se stessi un elemento integrato del territorio, riuscendo a ricostruire intorno a sé un ambiente. E quindi, recuperando un pezzetto alla volta questa terra di nessuno, noi potremmo anche riaffermare la nostra presenza. Con resilienza, e creando il proprio habitat”.

Manili ha voluto poi far presente come, a suo giudizio, l'uomo sia “l'unico animale (anche se non è vero che sia un animale, perché è molto di più) che non è stato in grado di costruire un proprio habitat. Perché si è dovuto, a differenza degli animali, adattare un po', dovunque. L'animale crea il proprio ambiente e delimita il suo territorio, mentre l'uomo no. E' un essere eternamente migrante ed itinerante, che è anche una bella cosa. Però poi, a furia di inseguire questa peregrinazione, non riesce ancora a stanziarsi. Quindi la ricerca che vorrei sollecitare, con questo evento Antrart, è proprio quella di trovare il proprio posto non nel mondo, ma proprio a partire dal proprio territorio, standoci dentro. Fare qualcosa che dia l'esatto significato, l'esatta dimensione, l'esatta misura della presenza e della costruttività e progettualità umana, in modo tale da costruire insieme un contesto di vita che sia accettabile e produttivo per le future iniziative. Per questo riparto dalla progettualità, perché ciò che spesso manca a livello accademico è non più l'inventiva degli antichi, ma la creatività intesa come progettualità nel mettere insieme anche cose umili, cose già esistenti, per ideare una formula nuova, dando la possibilità di svilupparsi e migliorarsi, sotto il profilo esistenziale, a tutti i livelli. Anche comunicativi, perché anche la comunicazione viene a mancare purtroppo”.

Sono intervenuti nella conferenza stampa anche gli artisti Arcangelo Pugliese, che ha parlato del significato di alcune sue opere di scultura, e Nicoletta Macrì, che ha brevemente descritto il senso della sua opera di pittura, intitolata “Consapevolezza”.

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