di CARLO MIGNOLLI
“La fucina di Andrea Cefaly (1827-1907)”. Questo il titolo del volume di Maria Saveria Ruga, docente di Storia dell’arte moderna e Storia e metodologia della critica d’arte presso l’Aba Catanzaro, presentato questo pomeriggio, 3 gennaio 2024, al Museo Marca di Catanzaro, dove peraltro sono custodite molte delle opere del pittore calabrese.
All’incontro con l’autrice, promosso dal comune di Catanzaro, erano presenti: Nicola Fiorita, sindaco del capoluogo; Virgilio Piccari, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro; Alessandro Russo, vicepresidente della Fondazione Andrea Cefaly, delegato FAI Catanzaro e moderatore dell’evento e Giovanna Capitelli, docente dell’Università Roma Tre. Anche Isabella Valente, docente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è intervenuta in video.
Il libro esplora la figura del pittore nativo di Cortale, Andrea Cefaly, patriota e deputato nel Regno d'Italia, analizzando le sue relazioni con Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, oltre a pittori di spicco come Domenico Morelli e i fratelli Palizzi. L’atelier di Cefaly in vico San Mattia e l’esperienza della scuola di Cortale risultano essere snodi cruciali nella geografia artistica che collega la provincia meridionale al centro napoletano, aprendo a sviluppi che coinvolgono, oltre alla Calabria, anche gli Abruzzi e la Lucania. Questa storia rivela una sinergia inedita tra arte e politica, evidenziando Cefaly come protagonista spesso trascurato del processo di unificazione nazionale italiana.
Ruga afferma: “Cefaly è entrato nella mia vita nel 2009, quando mi ero trasferita a Pisa per motivi di studio. Grazie alla conoscenza di Alessandro Russo ho iniziato ad interessarmi e approfondire l’incredibile figura dell’artista di Cortale. Sono molto grata alla famiglia che mi ha accolta aprendomi le porte e consentendomi di trovare tante opere. L’unico rammarico che ho, nonostante i vari tentativi, è quello di non essere riuscita ad accedere al palazzo di Andrea Cefaly a Cortale. Grazie a questa ricerca siamo riusciti a rinvenire tante opere che non si conoscevano, come disegni e opere in ceramica. È stato molto faticoso perché la maggior parte delle opere le ho trovate in giro per l’Italia, ma sono molto soddisfatta di vedere i frutti di una ricerca durata tanti anni”.
Capitelli aggiunge: “Si tratta di un libro che rappresenta la pietra miliare dell’Ottocento italiano. La scuola napoletana, di cui Cefaly faceva parte, rappresentava una delle più importanti realtà del tempo a livello europeo, paragonabile a quella parigina e viennese. Il volume rappresenta una pietra miliare anche dal punto di vista metodologico, perché mette insieme in maniera perfetta materiali molto diversi tra loro, come l’arte e la politica, due dimensioni che nell’Ottocento credevano l’una nell’altra, cosa che in Italia, eccetto che negli anni del fascismo, verrà completamente messa da parte”.
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