di MARCO VALLONE
Un thriller religioso incentrato sulla concezione della verità non in senso assoluto, ma piuttosto in senso percepito, secondo quelle che sono le proprie percezioni, e personali impressioni. Una riflessione vera e propria per il lettore, che viene spinto a mettere in dubbio quella che è la propria verità soggettiva, in vista di una visione più ampia di quella che potrebbe intendersi invece come possibile “verità percepita".
E' sulla scorta di considerazioni di questo calibro che questo pomeriggio è stata presentata, nella libreria Ubik situata nel quartiere Lido di Catanzaro, la prima fatica letteraria di Luca Marino, catanzarese, conosciuto maggiormente per il suo lavoro di produttore cinematografico, in quanto titolare della “Indaco film”. La sua produzione di cortometraggi cinematografici, infatti, gli è valsa in passato la vittoria di ben due David di Donatello. Luca Marino, che vanta collaborazioni, ad esempio, con attori quali Beppe Fiorello o Valentina Lodovini, e che nel 2019 ha prodotto anche un videoclip di Vinicio Capossela ( quello de “Il povero Cristo”), si è cimentato questa volta con qualcosa di nuovo per lui: la scrittura di un romanzo, di un thriller, sia pure con qualche rimando inevitabilmente dal sapore cinematografico. Titolo: "318. Il simbolo perfetto".
“I lettori non devono essere appassionati di thriller religiosi per acquistare questa tipologia di libro” - ha affermato l'autore - “Nel libro faccio alcune riflessioni e istillo dei dubbi. L'intenzione è quella di stimolare il lettore alla curiosità. Il libro intende anche fare riferimento al Cristianesimo trattando il viaggio di San Paolo, quindi dall'età tardo antica ai giorni nostri. Ma il libro in sé non vuole riferirsi al Cristianesimo considerandolo come un'assoluta verità: vuole, anzi, invitare il lettore a capire come non ci sia una verità assoluta, ma esiste invece una propria verità, una verità percepita. Questo è quello che ho voluto trasmettere in questo libro”.
“Dopo 7 stesure di editing si è arrivati a queste pagine” - ha sottolineato ancora Marino - “Ci sono voluti 10 anni, e alcuni spunti e diverse riflessioni, perché questo libro venisse fuori. E' il frutto di profonde chiacchierate, nelle quali, tra un lavoro e un altro, si è parlato di un sacco di cose, che spaziano dall'età tardo antica fino ai simboli grafici. Poi, nel tempo, ci sono state delle evoluzioni. In un certo momento storico della mia vita” - ha proseguito a raccontare l'autore - “ho conosciuto una persona che mi ha invitato ad andare a un corso di mental coach. Dopo alcune iniziali perplessità, alla fine andai a questo corso, e durante esso vennero fatte vedere alcune immagini. Ad esempio, in un'immagine alcune persone adulte hanno visto delle persone che si abbracciano, mentre invece i bambini, nella stessa immagine, hanno visto 9 delfini che saltano”. Questo discorso, per evidenziare come quella che potrebbe essere intesa come una verità assoluta potrebbe essere invece percepita in modo soggettivamente diverso a seconda di chi osserva.
“O ancora”, - ha continuato Luca Marino, nel tentativo di spiegare quali siano stati i passaggi che lo hanno portato a scrivere il libro - “un film che ho prodotto, il cui regista è Giovanni Carpanzano, è un film Lgbt. In un certo passaggio, l'attore protagonista afferma: 'E se tutta la letteratura antica non fosse stata scritta con dei finali solo etero, il pensiero sarebbe cambiato?' Tutte queste riflessioni, sulla diversità delle percezioni soggettive della verità, mi hanno portato a scrivere questo libro, ed a costruire, in questi dieci anni, questa storia. Ci sono degli spunti riflessivi, per il lettore, nel ricercare la verità, e tenendo conto del fatto che non esiste una verità assoluta. Quando noi osserviamo il colore nero, ad esempio, noi pensiamo che quella del nero sia una percezione giusta, mentre invece io dico che il nero si fa attraverso tutti i colori. Quindi vedo tutti i colori nel nero, non semplicemente il nero. Bisogna uscire dal quadro, e vedere la vita da un'altra angolazione, perché nessuno ha la verità assoluta. Piuttosto vi è una verità che possiamo percepire in diversi modi”.
Il lavoro di Luca Marino rientra nella collana Mondo della Golem edizioni. E' una storia che parte dall'università romana della Sapienza, nella quale Sauro Staldi si trova nel bel mezzo del suo esame di laurea, in cui sta discutendo una tesi sulla Storia del Cristianesimo. Uno strano messaggio sul telefono proietterà il protagonista in un universo di simboli ed enigmi perduti in più di 2000 anni di storia. Una vera e propria corsa contro il tempo, con lo scopo di decifrare il crittogramma latino più studiato al mondo: il simbolo perfetto.
E' stato inoltre presente all'appuntamento alla libreria Ubik anche Domenico Marino, esperto di simbologia che, nonostante l'omonimia di cognomi, non rientra tra i parenti dell'autore, pur essendovi una conoscenza da molti anni. Di sicuro impatto, per il pubblico presente, è stato il suo excursus relativo a cosa debba intendersi per esoterismo. Un'interessante riflessione che ha avuto a che fare più con l'etimologia della parola, dal verbo greco 'eisoteo' ( “fare entrare dentro”), e quindi con la necessità di approfondire, che, ad esempio, con le sette sataniche, come pur qualcuno potrebbe superficialmente pensare. Ma questa è un'altra storia.
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