di GAETANO MARCO GIAIMO
L'inclusione e il riscatto sociale sono tematiche forti che vanno affrontate anche con prospettive nuove e in grado di far incontrare mondi apparentemente distanti ma con in comune la voglia di vedere nuovamente il proprio io a contatto con gli altri: è da questi principi che nasce il progetto "Batti il cinque", che mette a confronto le realtà dei canili e delle carceri minorili per arrivare alla reintegrazione sociale di cani e individui. L'iniziativa, realizzata da Formamente Impresa Sociale Cooperativa, in collaborazione con il Ministero della Giustizia – Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, il Centro Giustizia Minorile per la Calabria e con il Patrocinio della Regione Calabria, vuole trasformare il dolore in opportunità: attraverso tirocini e corsi di formazione, i ragazzi in carico ai Servizi Minorili saranno coinvolti in attività di cura, socializzazione e reinserimento dei cani ospitati presso il canile di Sant’Ilario dello Ionio, oggi gestito sotto amministrazione giudiziaria dopo essere stato posto sotto sequestro nel 2022. La presentazione di "Batti il cinque" si è tenuta questa mattina nella Sala Azzurra della Cittadella Regionale di Catanzaro e ha visto la partecipazione di diversi soggetti coinvolti nella sua realizzazione.
La prima a intervenire, in collegamento telematico, è stata la dottoressa Valeria Cavalletti, direttrice del Centro giustizia minorile di Catanzaro, che ha ringraziato Formamente per aver concesso ai ragazzi la possibilità di affrontare questo percorso, che sposa l'interesse che il Centro ha verso l'inclusione sociale. A seguire, ha preso la parola il dott. Carlo Pollola, responsabile di Formamente: "Batti il cinque nasce da un'intuizione semplice ma potente, ovvero far incontrare la fragilità umana e quella animale per dare riscatto sociale. Il progetto ha due fasi: prima si svolgerà la formazione teorica nel Comune di Girifalco, poi quella pratica all'interno del canile di Sant'Ilario dello Ionio, che oggi è spazio di solidarietà e inclusione. Noi abbiamo sposato l'iniziativa perché è completamente in linea con le politiche attive del lavoro in cui crediamo, oltre che con l'idea di una Calabria che non lascia indietro nessuno". La dottoressa Santa Multari, medico veterinario, ideatrice di Batti il cinque e direttore sanitario del canile Dog Center di Sant’Ilario dello Ionio, ha poi mostrato, con il supporto di alcuni video e slide, la funzione dell'iniziativa: "Il progetto mette a confronto le due realtà per spiegare a individuo e cane che al di fuori di quelle celle e quei box non c'è nulla da temere. Il randagismo è un problema dilagante in Calabria e questo equivale a sovraffollamento delle nostre strutture. Canili e carceri sono simili: all'interno di questi posti, i soggetti per difendersi sviluppano aggressività e individualismo. La nostra missione è far sì che il canile diventi un luogo di riscatto e integrazione reciproca per recuperare socialità, creando un rapporto che sia d'aiuto a cane e detenuto. I partecipanti riceveranno un attestato valido in ambito lavorativo, diventando personale specializzato per queste strutture, grazie alla presenza di docenti qualificati che daranno il loro insegnamento".
Anche la dott.ssa Flavia Multari, coinvolta nell'iniziativa in veste di supporto psicologico per i detenuti, ha dato la sua testimonianza: "Lavoro già all'interno di uffici penitenziari e sono anche volontaria nel canile di Sant'Ilario, quindi conosco bene le realtà che si metteranno a confronto. Il progetto ha due funzionalità: permettere ai cani di avere più possibilità di trovare una famiglia che li adotti e dare ai detenuti un legame che sia forte, non giudicante e ricco di fiducia, facendoli entrare a contatto con le proprie emozioni, sviluppando capacità di empatia e di cura verso un altro essere vivente. Il progetto accomuna due soggetti che si trovano privati della libertà a cui tendono e speriamo si possa replicare in più capoluoghi e con diversi istituti". Il corso teorico-pratico si svilupperà insegnando ai detenuti basi di legislazione riguardo il trattamento dei cani nelle strutture, tecniche di base di primo soccorso per gli animali e le principali malattie da cui possono essere colpiti; in un secondo momento avverrà l'interazione con i cani e le attività saranno sempre supervisionate da personale scelto e competente per la sicurezza ed il benessere di detenuti e amici a quattro zampe. La discussione si è poi sviluppata anche grazie all'intervento della dottoressa Lucrezia Scordamaglia, Funzionario della Professionalità di Servizio Sociale del Cgm di Catanzaro, che ha ricordato un'esperienza di collaborazione tra Servizio Sociale minorile, Enpa e alcuni canili di diversi anni fa, spiegando come anche questo progetto può essere di grande aiuto e supporto nello sviluppo dei giovani: "Abbiamo bisogno di comunità educanti che diano queste occasioni", ha sottolineato l'esperta.
Durante il dibattito è intervenuto anche il dott. Alessandro Calabrò, amministratore giudiziario del canile: "Per mia estrazione familiare vengo da una cultura del sociale molto forte e mi sono sempre chiesto perché i beni confiscati non vengano utilizzati per progetti del genere, senza aspettare la confisca definitiva perché i tempi giudiziari sono lunghi ma sin dal momento del sequestro. Il principio etico e morale che ci deve spingere è far sì che questi ragazzi abbiano la possibilità di redenzione con ogni mezzo a nostra disposizione". "Il progetto parte come autofinanziato ma per sua natura è ripetibile", ha poi ribadito Pollola, "nulla vieta la sua riproposizione in futuro e ci affidiamo anche a questa dirigenza illuminata in Regione che ha molta attenzione verso certe tematiche". La dottoressa Santa Multari ha poi fatto un appello rivolto a tutte le strutture calabresi affinché aprano le porte a questi ragazzi, visto che tutti i canili hanno carenze di personale. Non si può che augurare il meglio a chi prenderà parte a questa iniziativa, sperando che possa portare gioia e ristoro nel cuore dei giovani coinvolti e dei cani che saranno loro affidati, in un percorso che li vedrà fianco a fianco nel crescere e sognare la libertà.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736