Catanzaro, prosegue il Road to Pride: la lezione-spettacolo di Giorgio Bozzo

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Giorgio Bozzo
  27 giugno 2025 10:51

di IACOPO PARISI

Catanzaro continua a muovere i suoi primi passi verso il Pride. Il cammino è iniziato ufficialmente con Road to Pride, due giorni di eventi, incontri e riflessioni che si stanno svolgendo il 26 e 27 giugno presso il Centro Sociale “Rosario Fasano” di via Scopelliti. Un percorso “propedeutico” che culminerà nel primo Pride cittadino previsto per giugno 2026.

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L’evento, organizzato da Arci Catanzaro e Arci Equa Catanzaro in collaborazione con il Comune di Catanzaro, si affaccia su un contesto acceso: nei giorni precedenti non sono mancate polemiche, soprattutto da parte dell’opposizione consiliare, segno di quanto il tema resti divisivo. Proprio in questo clima la lezione-spettacolo Le radici dell’orgoglio, inserita nella seconda parte della prima giornata e curata dall'autore e produttore Giorgio Bozzo, vuole assumere un significato ancora più forte, ricordando quanto la memoria e la conoscenza siano strumenti fondamentali per rivendicare diritti, dignità e identità.

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Ad aprire l'incontro sono stati i rappresentanti delle associazioni promotrici e dell’amministrazione comunale, con interventi che hanno intrecciato consapevolezza e uno sguardo fiducioso verso il futuro.

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A ricordare come tutto sia cominciato è stato Giovanni Carpanzano, presidente di Arci Equa Catanzaro, che ha ripercorso la nascita del progetto:

«Road to Pride nasce oltre un anno fa, insieme alla nostra associazione. Abbiamo accolto con grande rispetto e responsabilità la proposta della società civile di portare finalmente il Pride a Catanzaro. Ora ci attende un anno intenso, costruito passo dopo passo, mattoncino dopo mattoncino, fino alla grande parata del 2026».

Gianmichele Bosco, presidente del Consiglio comunale, ha sottolineato il valore di questo primo passo:

«Questa può e deve diventare una giornata storica, attraverso la collaborazione di una collettività che condivide ideali forti. Il Pride sarà un tassello in più, necessario, per costruire una Catanzaro migliore».

A chi ha espresso critiche nei confronti dell’iniziativa ha risposto con chiarezza la consigliera comunale Daniela Palaia, rivendicando il significato profondo del Pride: «Chi lo riduce a una carnevalata dovrebbe chiedersi che cosa significhi davvero la parola “orgoglio”. È una forza politica e umana: è con l’orgoglio che si rivendica il diritto di essere riconosciuti, di difendere il proprio pensiero».

Presente anche il presidente di Arci Catanzaro, Rosario Bressi, che ha espresso soddisfazione e sottolineato la forza simbolica dell'evento. 

Claudia Atzeni, docente di Teoria generale del diritto, ha posto l’accento sul significato politico della parola “orgoglio”, spiegando come questa rappresenti molto più di un sentimento personale: "L’orgoglio, nel suo senso più profondo, è un atto politico. Dà voce a dignità a cui la voce era stata sottratta. È l’autodeterminazione di chi vive in un sistema che reprime invece di includere. Quando si attacca il Pride, si attacca il pensiero e l’identità che esso rappresenta."

Con grande capacità narrativa e rigore storico, Giorgio Bozzo ha guidato il pubblico attraverso una lezione-spettacolo tratta dal suo libro Le radici dell’orgoglio – il primo in Italia a ricostruire in modo organico e documentato la storia del movimento omosessuale nel nostro Paese, raccontando episodi dimenticati o rimossi che testimoniano decenni di emarginazione e violenza. 

Attraverso articoli d’epoca, fotografie, testimonianze e cronache giudiziarie, Bozzo ha ricostruito la lunga scia di repressione che ha segnato la vita delle persone omosessuali in Italia nel secondo dopoguerra. Una storia fatta di arresti, pestaggi, omicidi dimenticati, titoli di giornali intrisi di odio. Dal 1946, con il primo articolo che parla di “covi di omosessuali” scoperti dalla polizia, al rastrellamento di massa nel 1947 di 150 uomini “in calze da donna”, fino al silenzio assordante sulla morte dell’attore Ermanno Randi, ucciso dal compagno nel 1951 e rapidamente cancellato dalla memoria collettiva.

Bozzo ha mostrato come la stampa dell’epoca alimentasse sistematicamente la criminalizzazione delle persone LGBT, utilizzando episodi di cronaca per costruire un’immagine distorta e mostruosa dell’omosessualità. Il caso Lavorini, il primo rapimento di un bambino in Italia, è stato uno degli esempi più eclatanti: senza alcuna prova, la colpa venne attribuita a una fantomatica rete omosessuale. Solo in seguito si scoprirà che gli assassini erano giovani neofascisti.

“Vi ho raccontato molto sommariamente di cosa parla questo libro,” ha concluso Bozzo.
“È importante, perché non esiste un altro libro che racconti questa storia. Se non recuperiamo la nostra memoria, è difficile parlare d’orgoglio. Siamo sotto attacco, dobbiamo reagire. Serve un impegno politico chiaro, e la nostra storia è una delle armi più forti che abbiamo per vincere questa battaglia.”

A chiudere la prima giornata, il linguaggio universale della musica: il dj-set di Freddy DJ e l’energia live di Bruno & the Soldiers hanno animato la serata in un clima di festa e condivisione.

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