di FILIPPO COPPOLETTA
Chiedono risposte precise sul loro futuro e che vengano corrisposte le retribuzioni ferme al mese di giugno. Con questo grido disperato, questa mattina, hanno raggiunto il tetto della clinica Sant'Anna Hospital di Catanzaro, i dipendenti della struttura, ormai da tempo appesi ad un filo di incertezze, paure e precarietà.
Non una protesta organizzata e pensata, ma un'azione frutto della disperazione in cui intere famiglie versano da mesi. I dipendenti si erano recati al lavoro, come ogni giorno, intenti a portare avanti la loro attività nonostante le incertezze in cui navigano. Qualcuno però non ce l'ha fatta più. È andato in escandescenza ed ha minacciato di raggiungere l'ultimo piano per un gesto estremo, comprensibile solo da chi versa nella medesima situazione, solo da chi non trova più appigli a cui aggrapparsi per portare avanti la propria famiglia, solo da chi, ricoprendosi di vergogna, ha dovuto chiedere un aiuto economico a parenti e amici.
Tra i colleghi è quindi partita una catena volta a scongiurare il peggio e si sono messe insieme, sul posto, nell'immediato, le idee per evidenziare ancor di più la difficile situazione che stanno vivendo. Renderla conoscibile all'opinione pubblica che potrebbe essersi dimenticata di loro.
Raccattate lenzuola e acquistata una bomboletta spray, hanno così messo nero su bianco il loro grido di aiuto e raggiunto il tetto della struttura, hanno esposto in bella vista gli striscioni.
Immediato l'intervento sul posto delle forze dell'ordine con gli uomini della Digos che hanno espressamente richiesto agli occupanti il tetto di lasciare l'area e raggiungere il piano terra.
La protesta è ancora in corso. Poche decine di dipendenti diventano così megafono per circa un centinaio di colleghi, "stanchi delle prese in giro dell'amministrazione" ci dice un operatore della struttura che auspica ancora in una soluzione pacifica e immediata.
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