di IACOPO PARISI
Un momento di riflessione e confronto sui temi della sostenibilità abitativa e della riqualificazione urbana ha animato questa mattina il Forum dell’Abitare. L’incontro, moderato da Domenico Iozzo, ha coinvolto figure di spicco come Giusy Iemma, vicesindaca e Assessora alla Pianificazione Territoriale del Comune di Catanzaro; Monica Misceo, rappresentante dell’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica (ENEA); Ferdinando Verardi, vicepresidente di INU Calabria; e la dottoressa Marilena De Simone del gruppo di ricerca DE-Sign dell’Università degli Studi di Cosenza.
Giusy Iemma ha descritto l’ambizioso progetto del Comune di Catanzaro per trasformare la città in un modello di sostenibilità urbana e inclusione sociale. Al centro del piano c'è l'idea della "città in 15 minuti", dove i cittadini possano trovare tutto ciò di cui necessitano nel raggio di un quarto d'ora a piedi o in bicicletta. «Catanzaro è una città policentrica, con quartieri diversi per storia e peculiarità, ma con esigenze comuni. Il nostro obiettivo è ricucire il tessuto urbano, riducendo le distanze tra i quartieri e superando il concetto tradizionale di zonizzazione. Vogliamo trasformare i luoghi fisici in spazi di vita», ha spiegato. Tra le iniziative in corso, spicca il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), che include un sistema di trasporto innovativo basato su infrastrutture ettometriche per decongestionare il traffico nel centro storico, e la creazione di parcheggi di prossimità per migliorare l'accessibilità.
Monica Misceo ha illustrato il progetto REHOUSE, un’iniziativa volta a promuovere la ristrutturazione degli edifici attraverso soluzioni integrate per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili. Misceo ha sottolineato l'importanza dell'approccio partecipativo: «L'inquilino è al centro del processo di riqualificazione. Attraverso la coprogettazione, non solo miglioriamo il comfort abitativo, ma promuoviamo l'inclusione sociale, creando spazi di socializzazione e relazioni collaborative tra i residenti». Un esempio concreto è l'intervento su una palazzina di edilizia popolare, dove le soluzioni tecnologiche si integrano con iniziative volte a coinvolgere direttamente i cittadini. Claudia Toro, sempre per ENEA, ha presentato invece il progetto OFFICIO, mirato a ottimizzare la filiera italiana per l'isolamento termico e la riqualificazione energetica degli edifici, con un focus su materiali innovativi e a basso impatto ambientale.
Ferdinando Verardi ha evidenziato la necessità di una visione strategica per la rigenerazione urbana e ambientale. Secondo Verardi, è fondamentale superare la semplice riqualificazione edilizia per abbracciare una vera e propria scienza delle città, basata su tecnologie digitali e sull’Urban Intelligence. «La transizione energetica è inevitabile, ma richiede un quadro normativo regionale adeguato. Dobbiamo ripensare il modello di gestione territoriale, razionalizzando le risorse e promuovendo la collaborazione tra enti locali», ha affermato. Ha inoltre sottolineato la necessità di formare nuove figure professionali, come il “manager urbano”, capace di integrare competenze tecnologiche e umane.
Marilena De Simone ha posto l’accento sull'importanza di combinare tecnologia ed empatia per affrontare le sfide urbane. «Abbiamo bisogno di una comunicazione efficace, capace di coinvolgere i cittadini e renderli consapevoli delle problematiche ambientali. Solo così possiamo trasformare le difficoltà attuali in opportunità per il futuro», ha dichiarato.
Il dibattito ha messo in luce una visione integrata per il futuro delle città, dove la sostenibilità non è solo un obiettivo ambientale, ma anche sociale ed economico. Un modello che pone le comunità al centro della transizione energetica e della rigenerazione urbana.
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