di ENZO COSENTINO
Allarme “rosso” nel residuale centrodestra. E’ rimasto soltanto FdI dopo l’uscita degli altri due importanti partner della coalizione: FI e Lega che hanno varcato il “Rubicone”(o il Corace) per abbracciarsi e far credere di rafforzare l’esercito civico di Valerio Donato per le prossime elezioni. Ancora non ha il suo candidato sindaco. Nuovamente con le gomme a terra dopo il garbato ma motivato rifiuto di Rosario Colace per motivi strettamente personali e professionali spiegati in una sua nota alla coordinatrice del Partito, on.le Wanda Ferro. Ecco la sorpresa dell’ultima ora. Ora sarà più problematico per FdI trovare il rimpiazzo giusto ma deve trovarlo. Ieri dopo la notiziadella candidatura di Rosario Colace, diffusa mediaticamente, il “no grazie ma non posso” del dott Colace. Altro che “parto cesareo” per il cdx.
Gli altri schieramenti sono a posto. Aspettando il sesto concorrente a sindaco gli altri sono già in pista nel circolo della politica: cavallerizze e equilibristi sul filo, per strappare applausi (leggi: consensi). I cinque “domatori” per ammaestrare i leoni del voto di giugno, ognuno in una gabbia: Valerio Donato (ex Pd ma in corsa come civico, quindi lontano dal suo ex partito ma supportato da uno spezzone di centrodestra, FI e Lega e UDC ma senza simboli), Antonello Talerico (civico ma con una costellazione di movimenti che lo sosterranno), Nicola Fiorita (leader di “Cambiavento” ma espressione di un centrosinistra che si sta adoperando per restare il più possibile compattato), Francesco Di Lieto (sinistra radicale), Nino Campo (indipendente con Catanzaro Oltre). Soltanto due dei sei, perché tanti saranno con l’arrivo nella gabbia ancora vuota destinata a FdI, si contenderanno la poltrona più importante di Palazzo de Nobili nella quasi ineludibile volata finale al ballottaggio. Difficile una vittoria al primo turno secondo le previsioni più rigorose. La curiosità e l’attesa del momento dei catanzaresi è quella di conoscere, dunque, il quadro completo e definitivo soprattutto delle liste la cui composizione è stata, in tutti i partiti e movimenti, intricata e laboriosa. Il confronto ora si sposta ufficialmente sul piano della continua esposizione dei programmi ma sotto traccia viaggerà l’aspetto più intrigante di una campagna elettorale: appunto quello della caccia al voto. E in tanti casi anche la parcellizzazione dei voti laddove più componenti di una stessa famiglia sono impegnati direttamente. Punto di domanda: ne beneficerà la Città? Catanzaro ha necessità di volare alto per non restare sempre indietro rispetto alle altre province calabresi, ha necessità di riappropriarsi di un ruolo politico. La Città avverte diffusamente l’esigenza che la classe politica locale- in un mixer generazionale- trovi una sintesi programatico-progettuale di grande respiro su temi scottanti come l’ambiente e la sua salvaguardia, il lavoro ai giovani e il mantenimento di esso per chi lo ha già ma corre sempre rischi di perderlo, la Sanità soprattutto, un settore con forte criticità su cui aleggiano venti di tempesta che arrivano da sud a nord della Città, sul nodo dell’Azienda Unica Ospedaliera. Tornando alla rinuncia del dott. Rosario Colace a candidarsi c’è da dire che la politica purtroppo è ballerina. La situazione attuale in cui versa quella di Catanzaro ha un inizio: l’indecisione ( o forse l’ipocrisia) da parte del Pd nella scelta della personalità da candidare a sindaco fra i quattro coraggiosi che a suo tempo diedero la disponibilità, poi l’annuncio ufficiale a Lamezia del nome preferito (Nicola Fiorita), poi la candidatura per una sorta anche di rivalsa personale di Valerio Donato con l’effetto di disorientare tutto il quadro politico cittadino, poi ancora le incertezze nel cdx a spinta Mangialavori. E le ore sono contate per scrivere la parola “the end” (fine) di una storia elettorale da brivido blu.
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