Riceviamo e pubblichiamo la nota del PSI Catanzaro.
Era uno dei punti più ambiziosi del Programma Operativo Regionale, che coinvolgeva i capoluoghi di provincia e alcune tra le città più grandi della nostra regione. Il progetto, che prevedeva riqualificazioni, laboratori e tanto altro per dare nuovo slancio alle città, è stato però uno dei punti più deboli dell’intero POR: tra contratti e partenariati firmati in ritardo, progetti in embrione, il progetto è stato tra i più attenzionati dalla stessa Commissione Europea.
Già due anni fa, nel Comitato di Sorveglianza, si mise l’accento sull’arretratezza dell’attuazione del progetto: più volte i sindaci avevano sollecitato ma adesso si sta procedendo ad un’accelerazione della spesa enorme per salvare il salvabile.
Infatti, in occasione dell’ultimo comitato di sorveglianza le spese certificate fino alla fine del mese di giugno 2022 legate a questa strategia ammontano a 3,72 milioni di euro. Giova ricordare che alla Strategia di sviluppo urbano sostenibile inizialmente erano stati destinati 191 milioni e vi rientravano oltre ai centri urbani di dimensione regionale, quelli di minori dimensione.
Tuttavia, visti i ritardi attuativi che si stavano accumulando, il finanziamento per i centri urbani di minori dimensioni (Crotone, Vibo Valentia, Lamezia Terme, Corigliano-Rossano e Gioia Tauro), pare essere stato integralmente riassegnato ad altre priorità. Nonostante il ridimensionamento del programma, però, i progetti relativi alle aree di maggiore dimensione, ovvero Città di Catanzaro, Area Urbana di Cosenza-Rende e Città di Reggio Calabria dal 2021 continuano ad avanzare lentamente tanto che ad oggi la spesa è cresciuta solo di poche decine di migliaia di euro.
A questo punto, per Agenda Urbana di Città di Catanzaro potrebbe risultare particolarmente difficile (fatti salvi i “miracolosi sprint” di fine anno) riuscire a certificare le restanti risorse, poco più di 2,8 milioni, da qui alla fine del mese di dicembre del 2023, termine ultimo per la certificazione delle spese a valere sul Por Calabria 14-20, a meno di non spostare queste spese su altri programmi (Pnrr o Por 21-27).
Questa strategia doveva rappresentare una priorità per portare nel territorio comunale risultati tangibili di sviluppo e coesione territoriale, nonché rafforzare e migliorare livello e qualità dei servizi pubblici urbani e sociali. Ancora una volta, invece, vince l’incapacità amministrativa del centrodestra che pensa di poter amministrare la Regione Calabria a colpi di slogan dal sapore populista senza alcuna riguardo per le reali esigenze dei cittadini.
Incsipienza amministrativa che risulta ancora più evidente se si considera che il Comune di Catanzaro è ancora in attesa di ricevere la prima anticipazione del 30% per i progetti avviati, a causa della mancanza delle necessarie delibere regionali di liquidazione perché i diversi Dipartimenti regionali, chiamati in causa per diversa competenza di settore, hanno procedure diverse nel reperire e assegnare le somme necessarie sui capitoli di bilancio regionale.
Di conseguenza, mentre il dipartimento regionale del Welfare ha potuto (al momento) pubblicare sul BURC le opportune delibere di liquidazione per l’Azione 9.1.2 e 9.4.2, e avviare le procedure di trasferimento delle somme al Comune di Catanzaro, il Dipartimento regionale delle politiche attive del lavoro non ha ancora provveduto ad elaborare lo schema di delibera per l’azione 9.2.1 e 9.2.2, a distanza di cinque mesi dall’avvio sul territorio dei progetti di inclusione sociale e lavorativa, con grave disagio per gli Enti del terzo settore chiamati ad anticipare tutte le necessarie spese correnti.
L’auspicio è che gli uffici preposti colmino in breve tempo i ritardi accumulati nell’interesse esclusivo dei cittadini con particolare riguardo alle fasce più fragili cui le misure sono effettivamente pensate e destinate.
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