"Fondazione Betania è entrata in questi giorni nell’attenzione dei media per la duplice circostanza dello sciopero proclamato dai Sindacati per il pagamento degli stipendi arretrati (poi revocato per i rischi Covid), e per i casi di utenti e dipendenti positivi al virus riscontrati nella struttura per anziani Mimosa. L’inesattezza delle informazioni che sono state esposte sulla stampa richiede una necessaria precisazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Betania". Così in una nota per il CdA di Fondazione Betania Il Presidente don Maurizio Aloise.
"Fondazione Betania è una struttura di assistenza socio-sanitaria per anziani e disabili, - prosegue la nota - presente a Catanzaro e in altri centri della Provincia, ispirata al principio evangelico della carità e della solidarietà verso gli ultimi, che fa riferimento alla Chiesa di Catanzaro e Squillace, profondamente radicata sul territorio catanzarese, riconosciuta e accreditata da tutti gli interlocutori sociali e istituzionali e dalla cittadinanza per il forte valore identitario che ha assunto nei suoi 75 anni di vita e di servizio ai poveri".
"Negli ultimi mesi, - si legge ancora - purtroppo Fondazione Betania è entrata in un forte stato di difficoltà finanziaria, che la vede esposta pesantemente in termini di debitoria verso dipendenti e fornitori, a causa dell’acuirsi dei ritardi endemici di pagamento da parte delle Istituzioni finanziatrici per le attività di cura e di assistenza (ASP, Regione Calabria e Comuni capofila degli Àmbiti sociali), e dell’appesantimento del blocco finanziario dovuto al contenzioso ormai consolidato da anni a seguito della mancata erogazione delle rette per il Progetto SAID di sperimentazione di nuove modalità integrate di assistenza ai disabili, che l’ASP di Catanzaro e la Regione non hanno liquidato, e per le conseguenti iniziative giudiziarie con pignoramento ingente di risorse correnti da parte della Società cui erano state ceduti gli incassi, per un totale di oltre 10 milioni di euro".
"A questa situazione, - ribadiscono - si è di recente aggiunta l’incredibile vicenda dalla mancata stipula delle Convenzioni per i servizi socio-assistenziali da parte dei Comuni, a seguito del trasferimento delle competenze dalla Regione ai Comuni con il nuovo contestato Regolamento regionale n. 22/2019, che ha nei fatti comportato la paralisi del sistema assistenziale con un ritardo di ben 12 mesi nella erogazione delle rette finora pagate dalla Regione, per un importo che per Betania supera i 2 milioni di euro. Betania si trova quindi in una situazione di esposizione di crediti non riscossi verso la Pubblica Amministrazione di circa 12 milioni, che stanno creando delle momentanee difficoltà di pagamento nei confronti dei terzi, a cominciare dai 7 mesi di arretrato di stipendio verso il personale. Qualcuno sulla stampa ha parlato in modo avventato e calunnioso di 12 milioni di “buco” nella Fondazione Betania. La Fondazione non ha nessun “buco” ma semplicemente dei crediti verso la P.A., alcuni in contenzioso giudiziario, per come ampiamente riportato nei relativi Bilanci accertati dai Revisori e in modo trasparente disponibili pubblicamente.
"Il CdA di Fondazione Betania ha più volte espresso la propria solidarietà verso i lavoratori che avanzano stipendi arretrati, - evidenziano - comprendendone le difficoltà, e sta attivando tutte le necessarie iniziative anche di natura transattiva (di cui alcune in fase risolutiva) per sbloccare tale situazione di blocco finanziario e garantire la retribuzione regolare del personale, contemporaneamente ad una azione di riorganizzazione interna delle strutture della Fondazione tali da renderle competitive ed economicamente sostenibili, che dovrà concludersi entro un paio di mesi anche in coincidenza con le innovazioni richieste dal nuovo Codice del Terzo Settore. Certamente in questa prospettiva serve la solidarietà fattiva delle Amministrazioni Pubbliche (ASP, Regione Calabria e Comune di Catanzaro in primis), che continuano a testimoniare la stima per la presenza etica e trasparente di Betania, opera di carità e solidarietà sul territorio e nel settore dell’assistenza, ma che poi non compiono gli atti amministrativi necessari per garantire la continuità dell’attività della Fondazione ed evitare ogni rischio di stabilità occupazionale per i 400 dipendenti e l’assistenza ai 400 assistiti di Betania".
"Ultima annotazione è quella sulla situazione del contagio Covid, che ha interessato Betania di recente dopo che la Fondazione aveva contenuto con efficacia ogni rischio di infezione per tutto il periodo più duro dell’epidemia coronavirus. La sola struttura Mimosa ha sviluppato un focolaio che ha coinvolto 31 ospiti e 11 dipendenti, risultati positivi al tampone rapido, e che saranno sottoposti da lunedì alla conferma del tampone molecolare. Dei 42 positivi solo due hanno manifestato sintomi significativi, mente tutti gli altri stanno bene e sono asintomatici, in quarantena presso la struttura Mimosa, isolata rispetto alle altre strutture, con l’adozione di tutte le prescrizioni dei protocolli Covid e del Piano di sicurezza concordato con l’ASP senza alcun rischio per le altre strutture assistenziali e sanitarie di Betania. Nel Ringraziare tutti gli operatori che si sono dimostrati disponibili - conclude la nota - e che in questi mesi hanno fatto di tutto per custodire i nostri ospiti circondandoli di quel calore umano e cristiano che sempre è stato apprezzato unanimemente, il Consiglio di Amministrazione chiede ancora, a seguito dell’urgenza sopraggiunta, un solidale spirito di collaborazione, un supplemento di coraggio per continuare a lottare affinché anche questa volta si possa vincere contro questo nemico invisibile".
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