Catanzaro, "rivogliamo la nostra vita": l'urlo dei residenti di via Caduti 16 Marzo spiati e aggrediti

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images Catanzaro, "rivogliamo la nostra vita": l'urlo dei residenti di via Caduti 16 Marzo spiati e aggrediti

  03 giugno 2024 14:48

di TERESA ALOI

Chiedono che venga allontanato dal quartiere. Ma soprattutto che esca - una volta per tutte - dalle loro vite. Vite, sbattute sui social e "infangate da bugie e cattiverie".  Sono alcuni residenti di via Caduti XVI Marzo 1978. Siamo nella periferia sud di Catanzaro, in località Pistoia. Un palazzo  che si affaccia sull'altro, un parco verde neppure tanto attrezzato dove trascorrere qualche ora in libertà. Una libertà "negata", a loro dire, da Vitaliano Corasoniti, che in quella zona è tornato a vivere dopo l'incendio del suo appartamento costato la vita a tre dei suoi figli. 

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Sono davanti alla sede del Comune di Catanzaro, dove sono stati  ricevuti da sindaco Nicola Fiorita "forti" della denuncia appena depositata dai carabinieri a Santa Maria: domani il primo cittadino  incontrerà forze dell'ordine e Procura per far presente la situazione e trovare una soluzione immediata .

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"Subito dopo la tragedia - spiegano - avevamo anche provato ad aiutarli". Un aiuto che tuttavia non è bastato, a loro dire, a mettere a tacere ciò che in loro provoca un grande disagio.  "Aggressioni continue - spiegano - soprusi che viviamo da anni. A marzo ha aggredito verbalmente due minori di 12 anni. E anche in quell’occasione ho sporto denuncia": Ma nulla:  "Tutto fermo. Sembra che tutto si sia fermato a marzo", gridano. Ieri sera l'ennesima aggressione.

"Sono stato aggredito al parchetto mentre ero seduto con mia moglie e il cagnolino - racconta chi ieri sera era lì - Lui si  è avvicinato  con 4 cani e il figlio ha dato della poco di buono alla mia compagna, per poi sparare negli occhi spray al peperoncino". Paura, rabbia e tutto quello spray tale da farla svenire e richiedere intervento dei  sanitari del 118.  "Mio padre - racconta un altro residente - da 3 mesi non può uscire da casa. Segregato, per via delle tante aggressioni".

 

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