di TERESA ALOI
Presunto capo e organizzatore, con la funzione di raccordo tra i cittadini che intendevano aggirare o agevolare le proprie posizioni alloggiative ed i dipendenti dell’Aterp di Catanzaro. Presunto promotore del sistema parallelo di gestione degli alloggi. Sergio Costanzo, consigliere comunale di opposizione, oggi con Forza Italia - all'epoca dei fatti con Fare per Catanzaro - e che da più di venti anni siede tra i banchi di Palazzo De Nobili, politico con più preferenze nel capoluogo nelle ultime due amministrative, è stato posto agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione che stamattina ha portato al provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 8 persone, di cui 6 ai domiciliari e 2 in carcere, accusati di associazione finalizzata alla commissione di falsi materiali e ideologici commessi da pubblici ufficiali in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, nonché induzione indebita a dare promettere utilità, tentato peculato, tentata truffa aggravata, invasione di terreni o edifici.
A Costanzo viene contestato il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio perché in concorso avrebbe "compiuto un atto contrario all'Ufficio, consistito nel consentire l'acquisto delle aree di proprietà dell'ATERP senza alcuna procedura ad evidenza pubblica e ad un prezzo nettamente inferiore al valore di mercato", come si legge nelle oltre 300 pagine dell'ordinanza dove compaiono decine e decine di foto e intercettazioni.
Acquisizioni documentali e servizi di osservazione e pedinamenti, dunque, quelli che hanno consentito agli investigatori di acquisire importanti e granitici elementi probatori in merito alle responsabilità penali. A tale proposito, gli inquirenti evidenziano "il forte ed insistente interessamento volto da Sergio Costanzo in merito ad una pratica di un proprietario di una attività commerciale". Ma non solo. Lui, che "si interessava e offriva la sua massima disponibilità a risolvere problematiche connesse agli alloggi" a chi non era in regola nella posizione alloggiativa, anche se la situazione era complicata, assicurava il suo interessamento. E risolveva. Sergio Costanzo risolveva "piegando la macchina ammnistrativa ai propri voleri", si legge ancora nelle carte. E poco importava se dall'altra parte c'era chi era moroso e non aveva diritto ad avanzare alcuna pretesa. Tutto si sarebbe sistemato seguendo sempre lo stesso copione.
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