di MARCO VALLONE
Via della Resistenza, quartiere Santa Maria a Catanzaro. Un palazzo circondato dai reflui fognari. I tombini saltati, i reflui che non trovano sbocco e creano un piccolo 'lago' artificiale intorno al palazzo. I residenti per arrivare fino alla strada devono prima indossare gli stivaletti di gomma e, arrivati alla propria auto, cambiarli e mettere le scarpe. Così, tutti i giorni. La prima volta che ne abbiamo scritto era fine dicembre. Poi ancora a fine gennaio (LEGGI QUI) e all'inizio di questo mese (LEGGI QUI). Siamo adesso al 18 Febbraio, e la situazione è ulteriormente peggiorata, degenerata, con evidenti perplessità sulla situazione di stampo igienico sanitario che si è venuta a creare.
“E se succede un'emergenza?". Questa una delle maggiori perplessità dei residenti. Comprensibile, anche tenendo conto del fatto che nell'edificio si trova anche un disabile, che si trova costretto ad evidenti difficoltà quando occorre trasportarlo per poter fare le terapie di cui necessita. Proprio questa mattina, nonostante la terapista si fosse recata sul posto, il disabile è stato costretto a dover saltare la terapia per via della spiacevole situazione in essere.
Gli scarichi fognari di sei diversi palazzi vanno tutti a incidere sulla stessa fognatura. Tutti ne usufruiscono, ma il palazzo circondato è uno solo. Il Comune ha fatto sapere che non sarebbe competente per la risoluzione del problema, in quanto la fognatura sarebbe privata. I residenti del palazzo circondato prendono atto, si confrontano con i residenti degli altri 5 palazzi. Ma l'amministratore di uno dei palazzi vuole vederci chiaro: bisogna prima determinare se la fogna non è davvero del Comune. Ci vogliono le carte, ci vogliono le planimetrie. Poi, eventualmente, si interviene da sé. Ma prima di tutto ci vogliono i documenti, per determinare se il Comune sia o meno competente ad intervenire.
Così, nel frattempo, la situazione resta quella che è. Il palazzo circondato dai reflui fognari. Gli stivaletti di gomma per raggiungere le macchine. L'odore nauseabondo. La paura per la propria salute. I residenti che vagano esasperati, tra la ricerca di una parola di conforto e la sincera rabbia che li pervade. Perché le parole non bastano. Vorrebbero ottenere delle soluzioni.
Il rischio è che probabilmente l'intervento in urgenza per la risoluzione della questione dovrà spettare alle loro tasche, fin tanto che le vie legali non determineranno a chi competa effettivamente la responsabilità. Una volta definito ciò, sarà finalmente chiarito se l'intervento spetta al pubblico o al privato. Nel frattempo, però, il presente incombe, con la puzza che non lascia spazio a interpretazioni o attese burocratiche di sorta.
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